Progetti

Capacity Maker – Eco Identity

Scheda dei progetti e delle attività

Le ragioni dei progetti

La costa dei golfi di Salerno e Napoli, che include la Penisola Sorrentina, la Costiera Amalfitana e la costa del Vesuvio, è una destinazione turistica e di grande valore, grazie alle sue bellezze naturali, ambientali e culturali. Tuttavia, ci sono delle sfide che devono essere affrontate per garantire la sostenibilità a lungo termine delle industrie creative presenti sul territorio.

La necessità di lavorare sul territorio limite della penisola Sorrentina nasce da una riflessione che riguarda due aspetti dicotomici dello stesso. Infatti, nonostante il grande interesse economico e turistico che il territorio attrae, la grande valenza culturale ad esso legato, l’evidente riconoscimento internazionale che l’interesse per questi luoghi scucita, gli operatori delle filiere creative faticano a utilizzare questi stessi driver per rilanciare le proprie attività, trovando difficoltoso collaborare e antieconomico offrire prodotti e servizi innovativi e di alta qualità. Questa mancanza di rete e di innovazione limita la capacità degli operatori delle filiere creative nel raggiungere un pubblico più ampio e nel fornire servizi più efficienti e sostenibili. Per superare queste sfide, è necessario investire nell’innovazione digitale e green, nonché nella formazione e nella promozione delle filiere creative. Gli operatori devono essere incentivati a collaborare e a offrire prodotti e servizi innovativi e di alta qualità, mentre le autorità locali devono impegnarsi nel supportare la nascita di modelli di sviluppo innovativi promossi ed attuati in modo sostenibile e comunitario.

Da queste ragioni nasce l’ambiziosa propensione progettuale portata avanti da Stecca e Medaarch attraverso i progetti di Capacity Maker ed Eco Identity sostenuti e promossi dal MIC attraverso fondi comunitari.

L’impatto sul territorio

ll territorio su cui progetti proposti vogliono lavorare è quello della penisola Sorrentina che nella sua estensione copre 28 comuni e circa 340000 abitanti per una estensione territoriale di circa 345 km². Per lo stesso territorio è stimato in circa 2 miliardi di euro il valore del solo indotto turistico (Federalberghi Campania). La costa da Napoli a Salerno è ricca di attrattori turistico-culturali che ne fanno un unicum mondiale dal potenziale inestimabile. I due Golfi sono noti per il valore storico, la bellezza paesaggistica e l’enorme capitale culturale che contempla ambiti economici, di valenza internazionale, tra cui tradizioni artigiane (cammeo, corallo, pietra lavica, ceramica vietrese), la cultura vintage di Ercolano, la produzione tessile del vesuviano e la moda sartoriale positanese e la tipica architettura. La penisola e le sue due coste, amalfitana e sorrentina, sono caratterizzate da una bellezza naturale e culturale unica, che ha ispirato artisti e viaggiatori da tutto il mondo. La storia e la cultura peculiare degli abitanti dei luoghi hanno plasmato il paesaggio e creato un’identità culturale distinta che attira milioni di visitatori ogni anno.

La penisola sorrentina è nota per la sua costa frastagliata, le scogliere a picco sul mare, le spiagge nascoste e le splendide città costiere come Sorrento. La costa amalfitana è nota per le sue case colorate, le strade ripide e tortuose e le vedute mozzafiato sul mare. La regione è anche famosa per la sua storia marittima, con Amalfi che una volta era una delle repubbliche marinare più potenti del Mediterraneo. Tale ricchezza si colloca in un immaginario collettivo che identifica i luoghi della penisola sorrentina in un continuum di bellezza, natura e cultura. 

La Costa del Vesuvio si estende dai confini sud di Napoli fino alle porte della penisola sorrentina, comprendendo i Monti Lattari e passando per l’area che circonda il Vesuvio e che vanta aree di interesse turistico vario di rilevanza mondiale come il Vesuvio, gli Scavi di Ercolano e Pompei, il mare, le Ville storiche del Miglio d’oro, diverse forme di arte e cultura , eventi, artigianato e prodotti tipici.

Questa visione, corretta da un punto di vista percettivo e mediatico, è ancora più interessante se la si riesce ad approfondire attraverso i caratteri peculiari delle varie specificità e tradizioni legate ai comuni che in essa trovano spazio. Di seguito infatti, senza alcuna pretesa di una trattazione esaustiva abbiamo provato ad elencare i comuni coinvolti nel progetto e il relativo ambito su cui le industrie culturali operano:

Costa Amalfitana

  1. Amalfi (circa 5.000 abitanti): Oltre al Duomo di Sant’Andrea, Amalfi è nota per la produzione di carta a mano. La Cartiera Amatruda è una delle poche cartiere rimaste che ancora produce carta secondo metodi tradizionali, un’eredità che risale al 12° secolo, rendendo Amalfi un importante centro per la storia della carta in Europa.
  2. Positano (circa 3.900 abitanti): Il “Moda Positano” nasce negli anni ’60 e rappresenta uno stile di vita leggero e colorato, caratterizzato da abiti estivi, sandali artigianali e bikini. Questo stile è diventato famoso in tutto il mondo, simbolo del lusso bohémien.
  3. Ravello (circa 2.500 abitanti): Oltre ai suoi giardini e alla sua architettura, Ravello è celebre per il Ravello Festival, uno degli eventi culturali più antichi e prestigiosi d’Italia, dedicato alla musica classica, danza, arti visive e letteratura.
  4. Maiori (circa 5.700 abitanti): Il lungomare di Maiori è uno degli esempi più significativi di architettura razionalista in Italia, progettato negli anni ’30. La cittadina è anche famosa per le sue spiagge, tra le più ampie della Costa Amalfitana.
  5. Minori (circa 2.800 abitanti): Minori conserva importanti resti di una villa marittima romana, testimoniando l’antica ricchezza culturale e storica della zona. È anche conosciuta per la sua tradizionale produzione di pasta artigianale.
  6. Praiano (circa 2.000 abitanti): La Chiesa di San Gennaro, con le sue spettacolari maioliche, è un esempio brillante dell’arte e dell’architettura locale. Praiano è anche nota per la lavorazione del corallo e la produzione di tessuti artigianali.
  7. Atrani (circa 900 abitanti): Atrani mantiene un’autenticità con le sue strette viuzze e piazze, simbolo di un’architettura medievale ben conservata che offre uno spaccato unico della vita tradizionale sulla costa.
  8. Conca dei Marini (circa 600 abitanti): La Grotta dello Smeraldo è un esempio di bellezza naturale mozzafiato, ma Conca dei Marini è anche famosa per la sua architettura, inclusa la chiesa di San Pancrazio, che domina il mare.
  9. Furore (circa 800 abitanti): Il Fiordo di Furore non è solo un paesaggio naturale unico ma anche un centro di arte contemporanea all’aperto, con murales e opere d’arte che decorano il villaggio.
  10. Scala (circa 1.300 abitanti): Considerata la “madre” della Costa Amalfitana per la sua antichità, Scala offre splendidi esempi di architettura religiosa, come la Cattedrale di San Lorenzo, e una vista panoramica sulla costa.
  11. Vietri sul Mare (circa 8.000 abitanti): Vietri è rinomata per la sua ceramica, una tradizione che risale al XV secolo. Le sue ceramiche sono conosciute per i vivaci colori e i motivi intricati, spesso ispirati al mare e alla natura circostante.
  12. Tramonti (circa 4.000 abitanti): Questo comune è il cuore verde della Costa Amalfitana, noto per i suoi vigneti che producono vini come il Costa d’Amalfi DOC. Tramonti ha mantenuto una forte identità agricola e pa
  13. Cetara (circa 2.300 abitanti): Questo antico borgo marinaro è noto soprattutto per la sua produzione artigianale della colatura di alici, un condimento prezioso ottenuto dalla fermentazione delle alici in salamoia. Questa tradizione, che risale ai tempi dei Romani, è un elemento distintivo della cultura e della cucina di Cetara. La colatura di alici è un esempio dell’eccellenza artigianale del luogo, apprezzata a livello nazionale e internazionale per il suo uso in piatti tipici della cucina italiana

Costa Sorrentina

  1. Sorrento (circa 16.500 abitanti): Famosa per Piazza Tasso, la sua architettura, e come punto di partenza per esplorare la Costiera Amalfitana e Capri.
  2. Vico Equense (circa 21.000 abitanti): Nota per la Cattedrale dell’Annunziata in stile gotico e le terme di Scrajo​​.
  3. Sant’Agnello (circa 9.000 abitanti): Con magnifici scorci sul Golfo di Napoli e ricca di edifici storici come la Chiesa della Ss. Annunziata​​.
  4. Piano di Sorrento (circa 13.000 abitanti): Ricca di storia con attrazioni come Villa Fondi de Sangro e la Basilica di San Michele Arcangelo​​.
  5. Meta (circa 8.000 abitanti): Un’antica cittadina marinara nota per la Basilica di Santa Maria del Lauro e le sue spiagge​​.
  6. Massa Lubrense (circa 14.000 abitanti): Offre una natura incontaminata con sentieri escursionistici e un patrimonio architettonico e storico ricco​​.
  7. Pimonte (circa 6.000 abitanti): Situato nella Città Metropolitana di Napoli, offre viste panoramiche mozzafiato sulla regione​​.
  8. Agerola (circa 7000 abitanti): Conosciuta per i suoi sentieri escursionistici, come il Sentiero degli Dei, che offrono viste spettacolari sulla Costiera Amalfitana.
  9. Castellammare di Stabia (circa 66.000 abitanti): Una città con una ricca eredità termale e archeologica, nota per le sue acque minerali e la vicinanza agli scavi di antiche ville romane​​.

Costa del Vesuvio

  1. S. Giorgio a Cremano (circa 46.000 abitanti) : È rinomata soprattutto per le sue ville, appartenenti al cosiddetto Miglio d’oro. Per quanto riguarda il nome della città, il primo è stabile nel tempo ed indica il santo tutelare scelto dalla comunità, mentre il secondo ha subito nel tempo varie trasformazioni ed indica la località in cui si è stabilita la popolazione.
  2. Ercolano (circa 50.000 abitanti): Situata su un pianoro vulcanico, a picco sul mare, Ercolano, come le altre città vesuviane, è stata coperta dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. E’ famosa nel mondo per gli scavi archeologici della città romana fondata, e dal 1997 è inserita, insieme agli Scavi di Pompei e alle ville di Oplontis, nella lista dei siti del patrimonio mondiale redatta dall’ UNESCO.
  3. Torre del Greco (circa 80.000 abitanti): E’ nota nel mondo soprattutto per la lavorazione artigianale dei coralli, dei cammei e della madreperla. Questa tradizione artistica, sviluppatasi a partire dal XVII secolo, è tramandata dall’antica Scuola d’incisione e lavorazione del corallo annessa all’omonimo Museo.
  4. Torre Annunziata (circa 43.000 abitanti): Di origine antichissima, l’embrione dell’attuale porto di Torre Annunziata nacque in epoca Romana, chiamata anticamente ‘’Oplontis’’. Deve il suo nome all’antica Torre costruita nel 1300 per avvistare i pirati saraceni che venivano dal mare. Il sito archeologico consiste in una delle più ricche e sfarzose ville di epoca romana, infatti, ospita tutt’oggi gli scavi di ciò che resta dell’antica città romana tra cui la notissima “Villa di Poppea”

Inoltre due comuni aprono idealmente la linea dei territori interessati dal progetto sedi rispettivamente della società Medaarch e di Stecca: 

  • a sud la città di Cava de’Tirreni, (circa 53000 abitanti) vanta una ricca storia artigianale, architettonica e culturale. Conosciuta per le sue botteghe artigiane storiche, in particolare per l’arte della tessitura, un tempo molto apprezzata in tutto il territorio di Napoli. Le arcate che caratterizzano il centro storico di Cava de’ Tirreni ospitavano una volta botteghe artigiane, creando un’atmosfera vivace e animata, che oggi si mescola con i negozi moderni, rendendola una destinazione ideale per lo shopping​​. Inoltre, Cava de’ Tirreni è famosa per la sua abbazia benedettina della Trinità della Cava, fondata in una grotta nel 1011 da Sant’Alferio. Sebbene la maggior parte degli edifici sia stata modernizzata dal 1750 in poi, i chiostri gotici sono stati preservati. I suoi archivi contengono pergamene del VIII secolo e la biblioteca ospita manoscritti di grande valore, inclusa una Bibbia Visigotica del VII secolo. Un altro aspetto distintivo di Cava de’ Tirreni è il suo Centro per l’Artigianato Digitale, il primo in Italia, che rappresenta l’evoluzione dell’artigianato tradizionale attraverso l’uso delle tecnologie digitali. Questo spazio innovativo consente agli artigiani di combinare le abilità manuali con le conoscenze digitali per potenziare la creatività e trovare soluzioni innovative nel design delle loro creazioni artistiche, utilizzando robot, dispositivi elettronici e stampanti 3D.
  • da nord Torre del Greco, (circa 85000 abitanti) noto per la sua storia nella produzione di gioielli in corallo e cammeo fin dal XVII secolo, si distingue per l’artigianato di pregio e la ricca eredità culturale. La città è stata influenzata dalle eruzioni del Vesuvio che hanno plasmato la sua architettura e storia. L’artigianato del corallo e del cammeo continua a essere una parte significativa dell’economia locale, con centinaia di aziende e migliaia di persone impiegate in questo settore.  Per valorizzare le peculiarità dell’artigianato locale, nel 2018 è nato l’incubatore Stecca, un innovation hub finalizzato allo sviluppo dell’ecosistema dell’area vesuviana, attraverso la costruzione di un processo culturale che coinvolge operatori economici, sociali e culturali. La mission è trovare nuove forme di espressione in grado di valorizzare le arti, i luoghi e l’economia, rivalutando settori tradizionali in chiave innovativa e digitale. 

Appare dunque evidente, se pur da una ricognizione cosi succinta, l’enorme valore culturale, storico, artistico e paesaggistico con cui i destinatari dei due progetti si trovano a lavorare quotidianamente.

Le ambizioni dei due progetti

Capacity Maker, titolo del primo progetto in partenza, è anche il nome della figura professionale nuova che vogliamo promuovere. Un facilitatore di processi di sviluppo territoriale, una figura ibrida e nuova. Ad oggi, se pur questa figura non trova una precisa collocazione delle competenze comunitarie valutate ad esempio da ESCO (ente europeo preposto su questi temi), la stessa professionalità è già presente in molte delle città e comunità europee o nazionali. Qui, per differenti ragioni hanno sono stati attivati (con processi sia top down che bottom up) progetti di disparata natura: dalla rigenerazione urbana, all’economia collaborativa, alla formazione, alla realizzazione di centri multiservizio, fino ad arrivare alla realizzazione di fablab e makerspace. In molti di questi progetti c’è stata una figura come quella del Capacity Maker in grado di realizzare progetti difficili supportati da processi di intelligenza connettiva e collettiva. 

Se volessimo tracciare un identikit di questa professionalità essa partirebbe da un’estrazione professionale disparata ma di profilo culturale medio alto. Dovrebbe inoltre possedere:

  • una metodologia di analisi e di lettura dei territori e degli attori coinvolti a vario titolo nei progetti. Una connaturata attitudine all’ascolto e una propensione all’individuazione delle criticità e delle necessità nascoste. 
  • Una capacità di fare sintesi delle varie esigenze in gioco legandole in una visione complessa che ricostruisce i legami di mutua influenza dei vari attori. La stessa capacità utile a non azzerare le differenze ma a trovare il modo di tenerle insieme abitando i conflitti e in essi cercando i semi per nuove progettualità.
  • Una conoscenza delle opportunità e delle politiche di sviluppo presenti sul territorio, dei loro limiti attuativi e della struttura progettuale da costruire per intercettare le stesse opportunità.
  • Una metodologia di co-progettazione utile sia su livelli istituzionali che su piani comunitari. Un armamentario di conoscenze e capacità che permette al capacity maker di dialogare e collaborare con più soggetti sullo stesso tema.
  • Una capacità di pianificazione sia delle economie sia delle attività. Una propensione nell’ ipotizzare le criticità che potrebbero palesarsi e predisporre piani e misure di contenimento. 
  • Una attitudine al coordinamento di risorse umane, materiali e immateriali di progetti complessi e un armamentario di tecniche di comunicazione da mettere servizio sia di partner istituzionali sia verso singoli attori coinvolti nel progetto.

Una figura così delineata potrebbe, per gli ambiti del comparto DAMA costruire progetti di rigenerazione urbana o di innovazione delle competenze che mettono insieme le esigenze degli operatori del territorio con la necessità di confrontarsi con dinamiche economiche, turistiche, tecnologiche, ambientali, sociali e politiche attuali e non più procrastinabili.

Il secondo progetto, Eco Identity, mira a creare competenze professionali innovative e cruciali nella realizzazione di nuovi prodotti e servizi basati su un’ottica ‘Ecovativa’, capace cioè di integrare design innovativo, nuove tecnologie e sensibilità ecologica. L’idea alla base del progetto è quella arginare l’influsso della mercificazione dell’identità territoriale che insiste sui prodotti delle industrie culturali e creative di questi territori. Con sempre maggiore forza assistiamo all’invasione di artigianato, moda e design proveniente da altri mercati ma che trova comunque distribuzione nelle zone turistiche italiane. Questo tipo di manifattura, sicuramente a basso costo, non è più legata in alcun modo alla cultura e alle tradizionali lavorazioni del territorio importando mode e tendenze di produzione internazionale e spacciandole come prodotti realizzati in loco. D’altro lato i prodotti del comparto artigianale, moda, design, architettura e artigianato prodotti da lavorazioni locali non riescono a stare sul mercato a volte per i prezzi troppo alti a cui sono legati altre volte perché non intercettano più i favori del mercato che purtroppo si orienta su dinamiche legate alla globalizzazione della comunicazione, della cultura e del gusto. Questo fenomeno non solo minaccia l’autenticità e l’unicità dei prodotti e tradizioni locali, ma rende anche difficile per artigiani e produttori locali competere. Uno studio pubblicato sulla rivista Journal of Cleaner Production (2021) sottolinea l’importanza di proteggere e promuovere l’eredità culturale locale e la conoscenza tradizionale come mezzo per promuovere lo sviluppo sostenibile. Lo studio afferma che la conservazione e il miglioramento dell’identità culturale locale può portare alla creazione di prodotti unici e di alta qualità, che a loro volta possono aumentare la loro competitività sul mercato globale.

Sulla stessa linea la rivista Business Research (2020) sottolinea la necessità per i produttori locali di adottare un approccio strategico al marchio e al marketing per differenziarsi dai prodotti di massa a basso costo. Lo studio suggerisce che i produttori locali dovrebbero concentrarsi sull’enfatizzare le caratteristiche uniche e le storie dietro i loro prodotti, nonché la loro connessione con la cultura e le tradizioni locali. Inoltre, un rapporto dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (UNESCO) (2018) sottolinea l’importanza dell’eredità culturale immateriale nel promuovere lo sviluppo sostenibile. Il rapporto afferma che la protezione e la promozione dell’eredità culturale immateriale, come l’artigianato tradizionale e la conoscenza, può contribuire alla conservazione della diversità culturale, alla promozione della coesione sociale e al rafforzamento delle economie locali. La mercificazione dell’identità territoriale è una questione urgente che richiede un approccio completo e strategico. Proteggendo e promuovendo l’eredità culturale e la conoscenza tradizionale locali, promuovendo lo sviluppo sostenibile, adottando un approccio strategico al marchio e al marketing ed evidenziando le caratteristiche uniche e le storie dietro i prodotti locali, è possibile creare un campo di gioco più livellato per i produttori locali e preservare l’autenticità e l’unicità delle culture e tradizioni locali. L’ambizione del progetto EcoIndentity è dunque quella di sperimentare una metodologia d’approccio progettuale per il comparto DAMA che identifichi nella cultura dei territori il suo tratto fondante innovando prodotti, processi e sensibilità estetiche coerentemente con le istanze di sostenibilità ambientale e sociale. I nuovi prodotti e servizi devono però essere competitivi su un mercato internazionale al punto da porsi come alternativa possibile al commercio di prodotti legati ai flussi negativi della globalizzazione. Ciò significa sperimentare non solo manufatti e processi nuovi ma affiancare ad essi modelli di business e competenze manageriali altrettanto innovative capaci di creare casi di successo.





La Metodologia dei Progetti

Entrambi i progetti, pur essendo composti di molteplici attività, adottano una prassi metodologica comune. Essa si fonda sulla consapevolezza che lavorare sul territorio significa intraprendere un viaggio di scoperta: nel migliore dei casi il viaggio in se cambia le intenzioni progettuali assunte come moventi del tutto. Su tali basi si è voluto adottare un metodo di lavoro flessibile negli strumenti e nelle prassi in modo poter essere di volta in volta calato e conformato alle necessità che emergeranno durante lo svolgimento dei progetti. La metodologia affianca fasi di conoscenza del territorio con azioni di disseminazione e creazione di cultura a cui fanno seguito momenti di coprogettazione e formazione innestati da azioni di Open Innovation. Entrambi i progetti dunque si muovono su 4 grandi fasi:

  1. Conoscenza del Territorio

Le fasi di conoscenza per i nostri progetti si attuano in differenti modi: dall’ascolto degli operatori direttamente coinvolti nelle filiere di progetto; all’identificazione delle possibilità di innovazione latenti; alla mappatura degli agenti del territorio capaci di innescare processi virtuosi; all’identificazione di legami e relazioni territoriali che mutuamente si influenzano; conoscere significherà anche addentrarsi in pratiche progetti e pensieri nuovi promossi da attività di divulgazione aperte al grande pubblico e raccontate da esperti del settore di caratura internazionale.

  1. Sperimentazione

Testare idee ipotesi e azioni acquisendo nel contempo un bagaglio di conoscenze e prassi che forniranno ai partecipanti gli strumenti per progettare soluzioni, servizi e prodotti nuovi. Un approccio artigiano all’innovazione che fonde le fasi di formazione a quelle di sperimentazione dove le idee vengono testate in maniera reale non restando solo ipotesi e traendo dalle prove costanti feedback.

  1. Co-Design

Questa è la fase in cui si co-progettano possibili soluzioni e servizi utilizzando formule nuove come quella dell’Open Innovation. Questo metodo ad esempio è capace di legare la domanda di innovazione realmente emersa dalle fasi di conoscenza e sperimentazione ai nuovi processi e prodotti proposti.

  1. Sintesi

Questa è la fase in cui si tirano le somme delle azioni e dei risultati del progetto. Una sezione che vuole costruire un parco documentale di relazioni e soluzioni da lasciare in dote ai destinatari del progetto e a tutti gli attori del territorio coinvolti come primo mattone di una costruzione di capacità che persegue gli obiettivi del bando ministeriale.

Ognuna di queste fasi è condotta da esperti del settore sia interni agli enti promotori dei progetti sia esterni. Gli esperti accompagneranno i partecipanti durante tutte le attività. 



Capacity Maker

Obiettivo del progetto è condurre i partecipanti al percorso di capacity maker alla redazione di piani e progetti di sviluppo territoriale sostenibile nelle filiere DAMA. Per arrivare a tali obiettivi si condurranno le azioni di seguito riportate e divise per fasi:

  1. Fase di Conoscenza del Territorio

Sono previsti 5 seminari aperti al pubblico preceduti da sessioni di approfondimento costruite sulla formula di tavoli tematici. I seminari seguono il format di un public talk e vedono la partecipazione di relatori esperti che racconteranno buone prassi ed esperienze e visioni inerenti i temi progettuali moderati da un conduttore. I tavoli di approfondimento saranno invece dedicati agli operatori del settore e hanno l’obiettivo di far emergere le linee guida e le necessità su cui orientare le successive fasi progettuali. In particolare i seminari e i tavoli tematici verteranno su:

  • Seminario e Tavolo Tematico
Creare valore connesso: strategie innovative per progetti sostenibili nelle comunità locali

Data: 19 Aprile 2024

Luogo: Stecca, Torre del Greco (NA)

Orari: 9:30 – 13:30

Relatori: Agostino Riitano, Luca Tesauro (CEO Giffoni Innovation Hub)

Introducono: Giuliana Esposito (Stecca), Amleto Picerno Ceraso (Medaarch), modera il tavolo tecnico Francesca Cocco (Esperta processi sviluppo territoriale) 

Il seminario, così come il relativo tavolo tematico, si concentra sull’indagine di strategie di sviluppo territoriale sostenibile, con un focus particolare sull’importanza di creare valore condiviso e di adottare approcci innovativi per promuovere la sostenibilità nelle comunità locali. Si racconteranno casi interessanti che hanno adottano un approccio bottom-up che coinvolge attivamente le comunità nella definizione delle strategie di sviluppo, al fine di garantire che siano allineate con le loro esigenze e aspirazioni. Si cercherà di capire come sia possibile adottare strategie innovative per promuovere la sostenibilità nelle comunità locali: dall’utilizzo di tecnologie emergenti, come l’Internet delle cose (IoT) e l’intelligenza artificiale, per migliorare l’efficienza energetica e ridurre l’impronta di carbonio, al considerare fattori economici, sociali e ambientali nella definizione delle strategie di sviluppo al fine di garantire che siano sostenibili a lungo termine. Si cercherà di conoscere esempi concreti di successo di comunità locali che hanno adottato strategie di sviluppo sostenibili, offrendo opportunità di business sostenibili e contribuendo alla preservazione dell’eredità culturale e alla coesione sociale.

  • Seminario e Tavolo Tematico
Lavoro artigiano tra innovazione e identità territoriali

Data: 13 Maggio 2024

Luogo: TBC

Orari: 16:00 – 20:30

Relatori: Lucio Ronca (Presidente CNA Salerno), Luca de Bartolomeis [Dirigente Liceo Artistico Statale di Napoli e Istituto ad indirizzo raro Caselli (TBC)]

Introducono: Giuliana Esposito (Stecca), Amleto Picerno Ceraso (Medaarch), modera il tavolo tecnico Francesca Cocco (Esperta processi sviluppo territoriale) 

Il seminario e il relativo tavolo tematico si propongono di indagare come le innovazioni digitali possano prolungare la vita di tradizionali lavorazioni artigianali, attraverso l’uso di tecnologie digitali, la creazione di nuovi modelli di business per l’artigianato e la promozione di una cultura della sostenibilità e dell’innovazione nelle comunità locali. Durante il seminario, verranno presentati esempi concreti di successo di comunità locali che hanno adottato pratiche di artigianato sostenibili, che hanno contribuito alla preservazione dell’eredità culturale e alla promozione di opportunità di business sostenibili. Si discuterà inoltre di come le innovazioni digitali abilitino nuovi modelli di business per l’artigianato, come la stampa 3D, la realtà virtuale e aumentata, e la progettazione assistita da computer. Infine si cercherà di capire come, la sostenibilità possa essere un driver per ideare nuovi prodotti e nuove sensibilità estetiche, attraverso la promozione di una cultura della sostenibilità e del rispetto per l’ambiente e la creazione di reti di collaborazione tra artigiani, designer e comunità locali.

  • Seminario e Tavolo Tematico
Innovazione e Sostenibilità in Architettura: Strategie per la Rigenerazione Urbana

Data: 30 Maggio 2024

Luogo: Medaarch, Cava de’ Tirreni (SA)

Orari: 9:30 – 13:30

Relatori: Walter Nicolino Arch. founder AWN,  Ivo Allegro founder e partner “Iniziativa Cube”

Introducono: Giuliana Esposito (Stecca), Amleto Picerno Ceraso (Medaarch) modera il tavolo tecnico Francesca Cocco (Esperta processi sviluppo territoriale) 

Questo seminario e il tavolo tematico che lo precede esplorerà il ruolo dell’innovazione e della sostenibilità in architettura, con un focus particolare sulla rigenerazione urbana. Il seminario si propone di indagare come l’architettura possa essere utilizzata strategicamente per creare spazi urbani sostenibili e inclusivi, che rispondano alle esigenze delle comunità locali e promuovano la coesione sociale. Durante il seminario, verranno presentati esempi concreti di successo di progetti di rigenerazione urbana sostenibili, che hanno contribuito a preservare l’eredità culturale dei luoghi e alla promozione di opportunità di business sostenibili. Si discuterà inoltre di strategie innovative per promuovere la sostenibilità e l’innovazione in architettura, come l’uso di materiali sostenibili, la progettazione di spazi pubblici che favoriscano la coesione sociale e la promozione di una cultura dell’innovazione e della sostenibilità nelle comunità locali.

  • Seminario e Tavolo Tematico
Design come Strumento di Sviluppo: Incorporare l’Identità e la Sostenibilità dei Territori 

Data: 7 Giugno 2024

Luogo: Medaarch, Cava de’ Tirreni (SA)

Orari: 9:30 – 13:30

Relatori: Massimo Perriccioli architetto, PhD e professore di Tecnologia dell’Architettura, Università degli Studi di Napoli “Federico II”

Introducono: Amleto Picerno Ceraso (Medaarch), Giuliana Esposito (Stecca), modera il tavolo tecnico Francesca Cocco (Esperta processi sviluppo territoriale) 

L’obiettivo del seminario e del tavolo è quello di promuovere una cultura del design che vada oltre l’estetica e l’innovazione tecnologica, per includere anche l’identità e la sostenibilità dei territori. Il seminario si propone di indagare come il design possa essere utilizzato strategicamente per creare manufatti che riflettono l’identità culturale e le tradizioni locali, al fine di offrire opportunità di business sostenibili e di promuovere la coesione sociale.

Durante il seminario si discuterà inoltre di strategie innovative per incorporare la cultura e la comunità nei manufatti locali, come l’uso di materiali sostenibili e la co-progettazione di elementi identitari che favoriscano l’identità sociale. Il seminario si propone di offrire una piattaforma di confronto e condivisione di esperienze e conoscenze, al fine di promuovere una cultura del design sostenibile e inclusiva.

  • Seminario e Tavolo Tematico
Moda e Identità Territoriale: Strategie per una Moda Sostenibile e Inclusiva

Data: 13 Settembre 2024

Luogo: TBC

Orari: 9:30 – 13:30

Relatori: TBC

Introducono: Giuliana Esposito (Stecca), Amleto Picerno Ceraso (Medaarch), modera il tavolo tecnico Francesca Cocco (Esperta processi sviluppo territoriale) 

Questo seminario esplorerà il ruolo della moda come mezzo per incorporare l’identità e la sostenibilità dei territori, con un focus particolare sulla promozione di una cultura della moda sostenibile e inclusiva. Si cercheranno esempi e pratiche per un design di moda che possa lavorare per creare manufatti che riflettano la bellezza naturale e la biodiversità del territorio, attraverso l’uso di materiali locali e la promozione di una cultura della sostenibilità e del rispetto per l’ambiente. Si discuteranno esempi di come designer di moda possano lavorare con artigiani locali per creare abiti che incorporino tecniche di lavorazione tradizionali, come la tessitura a mano o la lavorazione del lino. In questo modo, si promuove non solo la sostenibilità, ma anche la tutela dell’eredità culturale dei territori promuovendo opportunità di business sostenibili per le comunità locali.

  1. Fase di sperimentazione

In questa fase sono previste sia attività di formazione intese sia come momenti di acquisizione di conoscenze e competenze sia attività di sperimentazione progettuale come quella delle maratone di ideazione denominate Hackathon. Questi format offrono la possibilità ai partecipanti di testare e sperimentare le conoscenze acquisite nelle attività di formazione e nella fase di conoscenza del territorio su sfide reali espresse dagli enti e le comunità del territorio. In particolare le attività si divideranno in 4 moduli formativi e 1 Hackathon contenente differenti sfide come di seguito descritto:

  • Atelier di Mediazione e Facilitazione Territoriale: Promuovere Collaborazione e Partecipazione Attiva nelle Comunità Locali

Data: 24 Maggio 2024

Luogo: 

Orari: 9:00 – 18:00

Formatori: Eleonora Giovene Di Girasole e Gaia Daldanise, ricercatrici CNR 

Questo atelier si propone di informare su pratiche di collaborazione per la partecipazione attiva nelle comunità locali, attraverso la facilitazione e la mediazione di conflitti e controversie, la promozione della partecipazione attiva e della collaborazione tra attori e stakeholder, e la creazione di reti di collaborazione tra imprese, istituzioni e comunità locali.

  • Atelier di Green Economy e Comunità Locali: Dall’Innovazione alla Sostenibilità

Data: 6 Giugno 2024

Luogo

Orari: 9:00 – 18:00

Formatori: TBC

La formazione tratta argomenti quali la riduzione dell’impatto ambientale, la promozione dell’efficienza energetica, la gestione sostenibile delle risorse naturali e la creazione di progetti di collaborazione tra imprese, istituzioni e comunità locali.

  • Atelier di Scouting e Sviluppo Progetti Territoriali: Identificare Opportunità e Realizzare Progetti di Successo

Data: 14 Giugno 2024

Luogo: 

Orari: 9:00 – 18:00

Formatori: Arch. Antonia Gravagnuolo Architetto, PhD in Metodi di valutazione per la rigenerazione del patrimonio culturale e paesaggistico, CNR

Questo atelier fornisce competenze e strumenti per identificare opportunità di finanziamento e sviluppare progetti di successo per lo sviluppo territoriale, inclusa l’identificazione di bandi e opportunità, lo sviluppo di proposte di progetto, la gestione di progetti, la comunicazione e disseminazione, e la sostenibilità e impatto a lungo termine.

  • Atelier di Sviluppo Competenze Manageriali: Diventare Leader nello Sviluppo Territoriale

Data: 19 Giugno 2024

Luogo: Stecca, Torre del Greco (NA)

Orari: 9:00 – 18:00

Formatori: 

Questo atelier si propone di sviluppare le competenze manageriali necessarie per una figura che opera nello sviluppo territoriale, inclusa la capacità di analisi e problem-solving, leadership e gestione di progetti, comunicazione e negoziazione, conoscenza delle politiche e quadri normativi, lavoro in team, conoscenza delle tendenze emergenti, capacità di adattamento e flessibilità, conoscenza finanziaria, project management, competenze informatiche.

  • Hackathon per l’innovazione territoriale

Data: 20 e 21 Giugno 2024

Luogo: 

Orari: 9:00 – 18:00

Facilitatore:  Francesca Cocco, Noemi Toccarelli

L’Hackathon per l’innovazione territoriale è un evento di breve durata, di solito 48 ore, in cui un gruppo di persone con background, competenze e interessi diversi si riuniscono per sviluppare soluzioni innovative a sfide o problemi specifici di un territorio. L’obiettivo di un Hackathon per l’innovazione territoriale è quello di promuovere la collaborazione e la co-creazione di soluzioni innovative per lo sviluppo territoriale, attraverso la combinazione di competenze e conoscenze di diverse discipline, come la tecnologia, il design, l’imprenditoria, la sostenibilità e la partecipazione civica. Durante l’Hackathon, i partecipanti lavorano insieme in team per sviluppare prototipi, soluzioni o idee innovative che affrontano una sfida o un problema specifico del territorio, come la rigenerazione urbana, la mobilità sostenibile, la gestione dei rifiuti, la partecipazione civica, la coesione sociale, la promozione del turismo sostenibile, etc. Al termine dell’Hackathon, i team presentano le loro soluzioni a una giuria di esperti, che seleziona le idee più innovative e promettenti per il loro sviluppo e implementazione futura.

  1. Fase di co-design

Durante la fase di co-design si svilupperanno in maniera precisa i progetti e le idee emerse durante le fasi precedenti. Ogni partecipante avrà, in gruppo o singolarmente, la possibilità attraverso i workshop previsti di sviluppare concretamente i progetti ideati, dare loro una struttura economica e organizzativa, identificarne criticità e opportunità e redigerne la promozione e la comunicazione. In particolare i workshop si concentreranno sulle seguenti tematiche:

  • Team working per lo sviluppo di soft skills e laboratorio di facilitazione per la progettazione innovativa

Data: 05 Luglio 2024

Luogo: 

Orari:

Facilitatore: a cura di Stecca 

Il workshop mira a integrare lo sviluppo delle competenze trasversali con tecniche innovative di progettazione collaborativa. Si concentra sulla valorizzazione del lavoro di squadra e sull’esplorazione di metodologie partecipative per stimolare la creatività e l’innovazione nelle industrie creative e culturali.  Parallelamente, il laboratorio di facilitazione esplora i processi di progettazione innovativa, guidando i partecipanti attraverso esercizi pratici che mirano a sviluppare soluzioni creative per le sfide delle industrie creative. Il focus è sulla co-creazione di progetti che rispondano a esigenze reali, utilizzando approcci come il design thinking e il cultural platforming per valorizzare e rendere accessibili i contenuti culturali in modi nuovi e sostenibili​​​​. L’approccio interdisciplinare del workshop incoraggia la sperimentazione e il rischio calcolato, elementi chiave per il successo nell’ambito delle industrie culturali e creative.

  • Laboratorio di sviluppo del patrimonio culturale

Data: 12 Luglio 2024

Luogo: 

Orari:

Facilitatore: a cura di Medaarch srl

Il workshop mira a esplorare approcci innovativi per la valorizzazione e la tutela del patrimonio culturale in linea con i principi dello sviluppo sostenibile. I temi centrali riguardano l’integrazione delle tecnologie digitali nel settore culturale, come la digitalizzazione di opere e la creazione di esperienze immersive tramite nuove tecnologie, per ampliare l’accessibilità e l’engagement del pubblico. Si discuterà del turismo culturale sostenibile, con un focus sul bilanciamento tra conservazione e sviluppo economico, incentivando pratiche che proteggano l’integrità del patrimonio pur promuovendo un turismo responsabile che beneficia le comunità locali. Il workshop si concentrerà anche sull’importanza della sostenibilità ambientale nel contesto del patrimonio culturale, evidenziando strategie per ridurre l’impatto dei cambiamenti climatici e migliorare l’efficienza energetica degli edifici storici.

  • Laboratorio di analisi e progettazione per lo sviluppo territoriale sostenibile

Data: 19 Luglio 2024

Luogo: 

Orari:

Facilitatore: a cura di Medaarch srl

Questo workshop si concentra sulla progettazione di interventi di sviluppo territoriale sostenibile, attraverso una metodologia di design thinking che include la partecipazione attiva e la collaborazione di utenti, esperti, stakeholder e altri attori interessati nel processo di progettazione. Il workshop include attività di analisi del contesto, identificazione dei bisogni e dei desideri degli utenti, co-progettazione di soluzioni innovative, test e validazione, e implementazione e monitoraggio. Queste attività promuovono la comprensione dei bisogni e dei desideri degli utenti, lo sviluppo di soluzioni innovative e la validazione delle idee attraverso la sperimentazione e il feedback degli utenti e degli stakeholder.

  • Pratiche di Open Innovation

Data: 26 Luglio 2024

Luogo: 

Orari:

Facilitatore: 

Il workshop si concentra su metodologie di lavoro innovative per affrontare le sfide delle industrie creative, integrando la teoria dell’Open Innovation per soddisfare le necessità degli operatori della filiera. Attraverso l’analisi di casi di studio e l’interazione con esperti del settore, i partecipanti impareranno a sfruttare risorse esterne, come startup e università, per arricchire i propri progetti e stimolare la crescita sostenibile. Il workshop enfatizza l’importanza di un approccio aperto e collaborativo nell’innovazione, promuovendo la condivisione di conoscenze e risorse per creare valore aggiunto.

  1. Fase di sintesi

Durante la fase di sintesi i partecipanti saranno coinvolti direttamente nel lavoro progettazione e consulenza per la twin innovation rivolta agli operatori delle filiere progettuali. Questo percorso vedrà la realizzazione di tre attività specifiche come di seguito riportate

  • Realizzazione di una short list di facilitatori per l’innovazione

L’attività prevede la creazione di un elenco di professionisti esperti, denominati Capacity Makers, che abbiano competenze multidisciplinari per facilitare processi di sviluppo territoriale. Questi individui saranno identificati per la loro abilità di ascoltare, analizzare, e sintetizzare le esigenze territoriali, oltre alla loro capacità di gestire progetti complessi che intrecciano aspetti economici, sociali, e tecnologici. La selezione mira a promuovere verso enti e attori del territorio le figure con esperienza in iniziative di rigenerazione urbana, economia collaborativa e altri progetti innovativi, per formare una squadra capace di stimolare la crescita e l’innovazione nei territori coinvolti nel progetto.

  • Mappatura delle Necessità di Innovazione del Territorio

Consiste nell’analisi approfondita delle esigenze specifiche della comunità e del contesto territoriale in cui il progetto si inserisce. Questa attività prevede l’identificazione delle aree che maggiormente necessitano di innovazione, attraverso un processo di ascolto e dialogo con gli operatori locali, la raccolta di dati e l’analisi delle dinamiche territoriali. L’obiettivo è creare una mappa dettagliata che evidenzi i punti di forza, le criticità e le opportunità di sviluppo, al fine di indirizzare efficacemente le azioni future.

  • Matching tra facilitatori e domanda di innovazione

L’attività si concentra sull’abbinare le capacità dei facilitatori selezionati con le specifiche esigenze di innovazione identificate nella fase di mappatura del territorio. Si tratta di un processo accurato di allineamento tra le competenze uniche dei Capacity Makers e le aree prioritarie di intervento, al fine di garantire che ogni progetto di innovazione sia possibilmente guidato da un esperto in grado di massimizzare l’impatto e favorire lo sviluppo sostenibile del territorio.

Eco Identity

Obiettivo del progetto, che partirà alcuni mesi dopo Capacity Maker, è formare e preparare i partecipanti alla progettazione e prototipazione di prodotti e servizi inerenti alla filiera del design, moda, artigianato e architettura che, sfruttando le opportunità delle nuove tecnologie riescano ad unire sostenibilità economica sociale e ambientale alle sfide poste dai mercati internazionali. 

Si riportano in breve le azioni presenti nelle differenti fasi specificando che le stesse verranno approfondite anche grazie ai contenuti che emergeranno nel corso del primo progetto Capacity Maker.

  1. Fase di Conoscenza del Territorio

Sono previsti 3 seminari aperti al pubblico preceduti da sessioni di approfondimento costruite sulla formula di tavoli tematici. I seminari seguono il format di un public talk e vedono la partecipazione di relatori esperti che racconteranno buone prassi ed esperienze e visioni inerenti i temi progettuali moderati da un conduttore. I tavoli di approfondimento saranno invece dedicati agli operatori del settore e hanno l’obiettivo di far emergere le linee guida e le necessità su cui orientare le successive fasi progettuali. In particolare i seminari e i tavoli tematici verteranno su:

Da sviluppare

  1. Fase di sperimentazione

In questa fase sono previste sia attività di formazione intese sia come momenti di acquisizione di conoscenze e competenze sia attività di sperimentazione progettuale come quella delle maratone di ideazione denominate Hackathon. Questi format offrono la possibilità ai partecipanti di testare e sperimentare le conoscenze acquisite nelle attività di formazione e nella fase di conoscenza del territorio su sfide reali espresse dagli enti e le comunità del territorio. In particolare le attività si divideranno in 4 moduli formativi e 1 Hackathon contenente differenti sfide come di seguito descritto:

Da sviluppare

  1. Fase di co-design

Durante la fase di co-design si svilupperanno in maniera precisa i progetti e le idee emerse durante le fasi precedenti. Ogni partecipante avrà, in gruppo o singolarmente, la possibilità attraverso i workshop previsti di sviluppare concretamente i progetti ideati, dare loro una struttura economica e organizzativa, identificare criticità e opportunità e redigere la promozione e la comunicazione. In particolare i workshop si concentreranno sulle seguenti tematiche.

Da sviluppare

  1. Fase di sintesi

Durante la fase di sintesi i partecipanti saranno coinvolti direttamente nel lavoro progettazione e consulenza per la twin innovation rivolta agli operatori delle filiere progettuali. Questo percorso vedrà la realizzazione di tre attività specifiche come di seguito riportate.

Da sviluppare





L’ obiettivo del percorso formativo è quello di creare e/o rafforzare figure che possano svolgere il ruolo di CAPACITY MAKER, in grado di giocare un ruolo cruciale nella valorizzazione delle identità del territorio e nel rafforzamento delle relazioni fra i diversi attori presenti sul su di esso. Al fine di poter formare tale figura professionale, mediante cui le comunità locali individuano obiettivi comuni di sviluppo e valorizzazione delle risorse, concentrano le proprie azioni di trasformazione del territorio e riorganizzano le funzioni amministrative e di servizio degli Enti Locali, si focalizzerà l’attenzione sull’implementazione di diverse tipologie e metodi di intervento, volti a stimolare lo sviluppo di nuove competenze. Il progetto è pensato come un percorso all’interno del quale trovano posto diverse azioni integrate che prevedranno momenti di formazione e sperimentazione, percorsi di accompagnamento, scambio di esperienze, workshop e atelier di approfondimento, attività di design thinking e networking. I partecipanti saranno sia fruitori di tali attività, che veri e propri facilitatori di open innovation attraverso momenti di “affiancamento on the job”, durante i quali saranno guidati da esperti del settore, per rispondere attivamente alle sfide del territorio e perseguire anche gli obiettivi promossi dal sub-investimento MI1C3 (AII).

Per partecipare e saperne di più: https://stecca.org/hub/bando-per-la-partecipazione-al-progettocapacity-maker-il-facilitatore-per-linnovazione-territorale/

Vuoi saperne di più o partecipare, compila il form e ti ricontatteremo! 

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