Siamo così abituati a sentir parlare di malasanità che le notizie sui successi in campo medico sembrano eventi eccezionali. Un pensiero così radicato, quanto errato, che ci spinge oggi a parlare dell’ascesa, sempre più rapida, delle nuove tecnologie in campo chirurgico. Piccoli ma, al tempo stesso, grandi passi in avanti che consentono di ottenere interventi chirurgici studiati nei minimi dettagli, precisi e sicuri. Inoltre, dato assolutamente non trascurabile è il coinvolgimento del paziente, il quale può toccare con mano ciò che sarà oggetto di intervento, recependo informazioni più dettagliate e precise sulla sua condizione pre-operatoria e capendo, in concreto, in che modo si andrà ad intervenire.

 

Tutto questo è possibile al Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, uno dei centri ospedalieri dotati di stampante 3D. Tale tecnologia, ad oggi, è utilizzata nei reparti di ortopedia, traumatologia ed urologia (in quest’ultimo caso,per la pianificazione degli interventi di asportazione di piccoli tumori renali). Grazie alla HA3D™ di Medics, start-up innovativa del Politecnico di Torino, le immagini di tac, angio-tac e risonanze magnetiche diventano riproduzioni in scala reale, permettendo ai chirurghi di visionare virtualmente o di toccare con mano, nel caso in cui si proceda alla stampa 3D, il settore che sarà oggetto di operazione.

L’acquisizione di questo sistema 3D ha origine da un’esigenza sentita da sempre dai chirurghi: colmare il gap tra la bidimensionalità fornita dalla diagnostica per immagini e la condizione reale che incontriamo in sede di intervento”, spiega il dottor Claudio Zorzi, direttore dell’Ortopedia e Traumatologia. 

L’opportunità di ‘toccare’ la parte anatomica da trattare nel corso della pianificazione chirurgica educa la sensibilità e la percezione tattile dell’operatore, inoltre dà l’opportunità di simulare più volte l’intervento. Questo significa innanzitutto semplificazione della procedura chirurgica, quindi riduzione dei tempi e di conseguenza dei rischi di complicazioni intra e post operatorie. Inoltre, consente la scelta delle protesi e dei device più adeguati, scelta determinante per la riuscita dell’intervento”, conclude il dottor Antonio Campacci, responsabile della Chirurgia dell’anca.

Ruolo fondamentale, inoltre, è svolto dalla Farmacia Ospedaliera, ove è ubicata la stampante 3D e ove si procede alla modellazione 3D alla stampa 3D. Il prototipo è realizzato con materiale bioplastico e viene immerso in acqua corrente per la pulizia; nel caso in cui si voglia utilizzare tale modellino in sala operatoria, si procede anche alla sterilizzazione.

Una vera e propria rivoluzione che ci auguriamo possa interessare sempre più strutture sanitarie.

 

Fonti:

Veronasera.it

Sacrocuore.it

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By Categories: NotiziePublished On: 7 Aprile, 2020

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