Con grande piacere e soddisfazione vi proponiamo il racconto fatto per immagini della terza edizione della Summer School Digitalmed, che quest’anno si è svolta nella città di Salerno in tre fine settimana di luglio. Grazie anche al supporto dell’Ordine degli Architetti di Salerno, dell’In-Arch e tanti Enti ed aziende che ci hanno accompagnato in questo cammino, la terza edizione del workshop si è conclusa con successo e soddisfazione, sia da parte partecipanti che del tutor e di tutta l’organizzazione.

11 giorni, 4 gruppi di lavoro, 3 moduli (mapping, parametric design e digital fabrication) e 1 tema: la rivalutazione urbana di determinati spot del lungomare della città di Salerno. Il progetto ha rappresentato un’importante opportunità operativa per mettere alla prova le nozioni acquisite.
I partecipanti sono così arrivati alla presentazione dei progetti a cui hanno lavorato durante la Summer school.

Nata tre anni fa, in una versione più piccola e contenuta, la Summer School DigitalMed quest’anno si è ampliata nella durata e nei contenuti. I partecipanti sono stati impegnati per circa un mese, lavorando su argomenti relativi al mapping, al disegno parametrico e alla fabbricazione digitale, concludendo il workshop con entusiasmo e gratificazione personale, perchè arricchiti di nuove speranze e nuovi saperi.

L’intento con cui il PicernoCerasoLAB conduce da sempre queste esperienze, non ha un carattere dogmatico, non si propone nuovi approcci progettuali come standard da seguire sempre e comunque. Piuttosto si fornisce ai partecipanti un insieme di nozioni, concetti e tecniche che servono ad aumentare la capacità critica di un architetto, un designer o di un addetto al settore (se ancora di settore possiamo parlare).

Di fondamentale importanza, quindi, sono stati i confronti che hanno animato le lezioni, durante i quali i partecipanti hanno messo alla prova il loro bagaglio di sicurezze costruite su nozioni acquisite e strutturate nel tempo dalla pratica e dalle istituzioni, per cercare di ricostruirsi una nuova epica (poichè di epica, etiche e miti si tratta) in cui collocare il loro lavoro e la loro professione.

In un momento storico come quello che stiamo vivendo, dove il fascino del nuovo e delle nuove tecnologie è forte e dispiega possibilità illimitate e seduttive, bisognerebbe rafforzare con maggiore consapevolezza la nostra capacità critica. E, invece, proprio in questi momenti, subdolo compare l’impulso ad abdicare alla nostra criticità, lasciando la reggenza del trono agli strumenti ed alle loro possibilità. Non che questo non lo si debba accettare, ma in parte. Se si lavora con strumenti che hanno capacità generative, allora significa che un margine di “generazione” agli strumenti va lasciato. Anzi, le capacità di tali strumenti travalicano, nella maggior parte dei casi, il fine per cui sono stati pensati (mi riferisco a quel salto di cui Heiddeger parla quando la quantità scarta in qualità), aprendo possibilità di generazione, indagine, organizzazione, conoscenza/coscienza non auspicate prima.

Lo si è messo in conto anche nel processo della Digitalmed summer school, in cui il nostro compito è stato quello di controllare e definire le regole e gli ambiti in cui la generazione avviene in una visione di una ecologia del processo progettuale.

Fortunatamente l’architettura sta andando oltre il proprio campo di riferimento, in un continuo ed entusiasmante lavoro di decostruzione e ricostruzione dei propri ambiti, cercando e creando, come è sempre accaduto in momenti di forte evoluzione, nuovi paradigmi, orizzonti di senso entro i quali dispiegare le possibilità offerte dal presente in cui viviamo.

Più che di contaminazioni, (termine in voga fino a qualche anno fa) sentiamo forti le connessioni che la disciplina innesca continuamente con altri ambiti del sapere. Per tale ragione all’interno della Summer School DigitalMed, si sono approfonditi i temi della tecnica, dei sistemi complessi, della natura, della comunicazione e delle informazioni di sistemi economici e di possibilità di fabbricazione, della biologia e dell’ecologia, della generazione e della computazione, dei pattern e delle strutture di dati.

Non sarebbe potuto essere diversamente, in un momento in cui uno dei modelli più attendibili per lo studio e l’analisi della realtà è quello che si rifà alle teorie dei sistemi complessi, ponendo l’attenzione sulle relazioni non lineari che molteplici agenti o eventi di questi sistemi continuamente innescano.

Attraverso l’analisi e la ricognizione di queste relazioni, che si manifestano a noi come emergenze (comportamenti emergenti), ovvero come “caratteristiche“ dei sistemi complessi, riusciamo ad intravedere più chiaramente la struttura della realtà, quei rapporti di mutua influenza tra ambiti ed eventi diversi, prima celati, tra le continue negoziazioni di informazioni in cui la nostra vita, nell’accezione più piena del termine, è completamente immersa e continuamente pervasa. In tale ottica, anche l’architettura come ambito, i cui margini disciplinari si fanno sempre più ambigui, si riveste di una visione che risente dei riflessi della complessità.

Durante la DigitalMed Summer School, i partecipanti hanno potuto conoscere diversi approcci analitici e progettuali e differenti tecniche di fabbricazione.

Ciò ha permesso loro di selezionare liberamente quelle che ritenevano più consone per portare a termine il progetto sulla la rivalutazione del lungomare di Salerno.

I partecipanti hanno concluso il loro lavoro ricchi di visioni e suggestioni, di informazioni e nuovi saperi che, soprattutto in questo momento storico, sono diventati sempre più indispensabili per essere quantomeno capaci di leggere e lavorare nel presente.

 

 

 

 

 

 

By Categories: NotiziePublished On: 27 Settembre, 2012

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