Aiuta e-nable per dare al mondo una mano amica” si legge a grandi caratteri sul blog e-nable, la community da cui è partita una nobile richiesta: fondi e volontari per realizzare e fornire protesi 3D a basso costo per bambini che ne hanno bisogno e che non possono permetterselo.
Nata grazie a Jon Schull, un ricercatore del Rochester Institute of Technology, la comunità e-nable è riuscita finora a impiantare più di mille protesi. Ma adesso “c’è bisogno di uno scatto con tutto l’aiuto possibile”, come dice lo stesso Jon.

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Più di tremila i volontari registrati al progetto, oltre trenta le scuole medie e superiori che si dedicano alla stampa 3D delle mani e tantissimi i gruppi di studenti e scout che spendono i loro fine settimana costruendo le protesi per i bambini.
I disegni delle protesi progettate, oltre ad essere totalmente open source, possono essere realizzati su misura utilizzando una stampante 3D e materiali che costano al massimo 50 dollari. Per l’assemblaggio della mano, invece, ci pensano i volontari o gli stessi genitori del bambino, grazie all’aiuto ricevuto dalla rete e-nable.

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“Storie di madri di bambini che hanno perso gli arti a causa di orribili incidenti in fabbriche o sui trasporti, e che ora non hanno i mezzi per sostenere la loro famiglia. – c’è scritto sul blog della community – Ancora, leggere di bambini che sono stati deliberatamente mutilati da adulti che li utilizzano come esempi per i loro giochi di guerra”. Sono solo alcune delle infinite e-mail strappacuore e strappalacrime che ogni settimana la community riceve.

Finora, e-nable è stata in grado di auto sostenersi grazie ai tanti volontari che spendono ore e ore a rispondere alle mail, che collegano le famiglie ai responsabili di progettazione, di stampa 3D e di assemblaggio, viaggiando per centinaia di chilometri per insegnare agli altri come assemblare questi dispositivi, utilizzando i propri guadagni per l’acquisto di materiali e per le spese di spedizione. Tutto questo per realizzare e donare mani stampate in 3D su misura per tutti coloro che pazientemente sono in attesa della loro speciale “Super mano”.

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Adesso il progetto ha bisogno di una spinta più forte per continuare a volare alto: “Alcuni dei volontari sono passati da donare 8-10 ore a settimana, a spendere 8-10 ore al giorno. Così, ovviamente, essi non possono continuare a donare questo tempo senza un compenso che gli permetta di prendersi cura delle proprie famiglie, mentre aiutano gli altri nel mondo”, riporta il blog e-nable sottolineando l’importanza dei fondi per permettere ai volontari full-time di continuare a donare gratuitamente mani protesiche stampate in 3D per chi ne ha bisogno.

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A più di mille protesi realizzate, l’appello di e-nable è chiaro ed è rivolto a tutti gli appassionati di stampa 3D che vogliano accettare la sfida e scendere in campo armandosi di entusiasmo e passione, e a chiunque nel proprio piccolo voglia dare il suo contributo per un’importante causa.
Perché nella corsa quotidiana all’innovazione, alla condivisione, all’open-source, alla logica di rete, è ancora l’aiuto la più alta forma di condivisione e di solidarietà che si possa donare. Il più nobile dei traguardi a cui tendere.

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Immagini di enablingthefuture.org/

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By Categories: NotiziePublished On: 18 Febbraio, 2015

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