“I FabLab sono delle palestre che ci conducono ad un’etica nuova: ci invitano al tempo come scelta.”

Si è tenuta il 31 ottobre, presso la Mediateca MARTE di Cava de’ Tirreni, l’apertura ufficiale del Mediterranean FabLab, il primo laboratorio di fabbricazione digitale del sud Italia. Un’interessante tavola rotonda in cui si è parlato di innovazione in architettura, in economia, in comunicazione e nelle nuove forme di sviluppo, grazie agli interventi di Amleto Picerno, Andrea Graziano ed Alex Giordano. A moderare l’incontro, il Prof. Alfonso Amendola, direttore artistico della Mediateca MARTE di Cava de’ Tirreni, struttura che ospita il laboratorio di fabbricazione digitale.

Durante l’inaugurazione l’Arch. cavese Amleto Picerno, ha presentato il Mediterranean FabLab, progetto di cui è promotore, illustrando il funzionamento e le opportunità del laboratorio, le macchine per la fabbricazione presenti al suo interno e ciò che è possibile realizzare in un FabLab.

Ma partiamo da cos’è un FABrication LABoratory.

Il FabLab è un luogo in cui poter costruire “quasi” tutto. «La vera rivoluzione dei Fab Lab, è quella di essere alla portata di tutti, dai bambini ai professionisti, dalle piccole attività alle grandi imprese, dando la possibilità di stampare il proprio progetto e personalizzare il proprio prodotto.».

Amleto Picerno ha mostrato le pressochè infinite possibilità creative che presenta un fablab, la cui parola d’ordine è learning by doing in uno spazio di condivisione e spesso anche co-ideazione che apre grandi opportunità di confronto e di diffusione delle idee.

«Il Mediterranean FabLab, vuole essere un laboratorio di fabbricazione digitale “open”, luogo d’incontro per persone di tutte le età aperte all’innovazione e alla ricerca. A noi piace chiamarla “bottega artigianale del nuovo millennio”, dove le idee possono essere presentate, discusse e attuate immediatamente, grazie anche all’aiuto di tutor esperti che saranno a disposizione degli utenti del fablab.», ha affermato l’Arch. Amleto Picerno che ha mostrato la duplice vita del Mediterranean Fab Lab, non solo spazio di fabbricazione, ma anche un centro di ricerca e formazione all’interno della nascente Accademia Mediterranea di Architettura (www.medaarch.com). La Medaarch attraverso workshop specifici, darà l’opportunità agli studenti di mettere in pratica la formazione ricevuta, attraverso momenti laboratoriali all’interno del fablab.

La parola è poi passata all’arch. Andrea Graziano, membro e co-fondatore di Co-de-it. Docente presso università italiane e straniere ed esperto di computational design, Andrea Graziano, attraverso uno screening quotidiano di notizie e di informazioni, riesce a raccontare i diversi aspetti della ricerca architettonica contemporanea, mostrando come i confini entro i quali riconduciamo questa disciplina, stanno sfumando. Da sempre interessato a come dare forma alla materia, Andrea  Graziano ama definirsi un esploratore, conducendo molte ricerche per capire innanzitutto che cos’è la materia. Durante la sua lecture, Andrea Graziano ha parlato del 3d printing, un sistema che permette di tradurre in oggetti le informazioni. «Oggi siamo in grado di informare lo spazio. Invece di rimuovere materiale, possiamo decidere in che modo dare spazio alla materia. Così come Gutemberg ha rivoluzionato l’intero sistema di lettura e scrittura permettendo a tutti di produrre informazioni, oggi il 3d printing sta rivoluzionando il sistema del fare, perché permette a tutti di fabbricare “in casa”.».
Opportunità domestiche di fabbricazione, dunque. L’arch Graziano ha mostrato come ciò non sia utopia, né tantomeno faccia parte di uno scenario futuristico, essendo una tecnica presente in molti ambiti, che sta allargando il suo raggio d’azione e di opportunità d’uso.

Basti pensare che il fatturato del 3d printing nell’ultimo anno è aumentato dell’800%. La Nike nel 2015, produrrà scarpe in negozio, scansionando il piede del cliente in modo da potergli fabbricare al momento una scarpa su misura. Ikea 3 anni fa, ha acquisito  una delle più grosse compagnie di 3d printing al mondo, cosicché presto sarà possibile per l’utente, ripararsi da sè il proprio oggetto.

Scenari prossimi, dunque, più che scenari futuri.

Il 3d printing è una tecnica “domestica” in grado di innescare creatività. Gli scenari futuri mostrati da Andrea Graziano durante la conferenza, sono andati ben oltre la produzione domestica e “fai da te” di oggetti, toccando discorsi scientifici legati alla biologia e alla capacità della 3d printing di stampare non solo materia, ma anche materia organica. In America esistono già esperimenti di fabbricazione di alcuni organi come il rene, la trachea, l’orecchio, addirittura la pelle. Esperimenti di straordinaria importanza nell’ambito della ricerca medica che potrebbero apportare nuove soluzioni. Prospettive future, dunque, ma non poi così lontane, dal momento che le possibilità che ha raccontato l’Arch. Andrea Graziano, stanno già accadendo e, la maggior parte di queste, si realizzano nei garage.

È stata poi la volta di Alex Giordano, cofondatore di Ninja Marketing. Membro dell’Accademia delle Arti e Scienze digitali di New York, Alex Giordano attualmente è co-direttore del Centro Studi Etnografia Digitale, dove si occupa di etnografia digitale ed antropologia evoluta. E’ docente di Brand Reputation Management presso la facoltà di Economia dell’Università di Urbino “Carlo Bo” e presso la Iulm di Milano. Lavora al gruppo di ricerca su Societing per la creazione di un modello applicativo di Etnografia Digitale come metodologia di base per i progetti di Social Innovation. «In questo dualismo tra digitale e reale, vi parlo da ragazzo di provincia e poi da ragazzo on line e social, spesso quello che ha scontato la mia generazione è una solitudine, intesa come mancanza di saper gestire le nuove tecnologie. – ha esordito Alex Giordano – Si parla molto oggi di etica del networking e di produzione diffusa, ma, in realtà, c’è ancora molto da lavorare in questo senso. ».

Mentre Amleto Picerno e Andrea Graziano  con i loro interventi ci hanno condotto nel futuro, Alex Giordano ci ha portato nel “passato” attraverso un suo primo link dedicato ad un cyborg, quel meccanismo che, sfumando i confini tra uomo e macchina, ha ispirato la fantascienza, la prima ad immaginare un concetto di produzione diffusa.
Alex Giordano ha mostrato come oggi, paradossalmente, ci troviamo a diventare degli uomini cyborg, dipendenti da tecnologie che hanno risemantizzato le categorie tradizionali del nostro vivere: «Un processo cominciato col computer, che ha risemantizzato alcune categorie fondanti del reale. Con internet ciò che viene risemantizzato è, invece, lo spazio, in quanto il mondo si fa più piccolo e più vicino. Poi ci sono i Fab Labs, che risemantizzano la concezione del tempo, da sempre scandito da un palinsesto esterno a noi. Col Fab Lab il tempo diventa una scelta.», ha affermato Alex Giordano, mostrando come tutto oggi si avvicina a quel tempo puntiforme che mette in crisi le categorie della tradizione. «Si parla di Spime, termine nato dalla contrazione delle parole “spazio” e “time”, che ci porta ad un’etica diversa, inducendoci a pensare in nuove categorie. – ha detto Alex Giordano, ponendo poi l’attenzione sul valore di un Fab Lab – Il fablab, è una pratica che chiede nomadismo da parte del nuovo artigiano e il nomadismo dell’imprenditore, sfumando i confini tra uomo e macchina da un lato, e consumo e produzione dall’altro. Il Fab Lab mette in crisi il concetto di consumismo, di tempo, di produzione e filiera. Ma la crisi non è altro che l’esaurimento di un modello che aspetta pratiche e soluzioni nuove. Oggi si parla di “prosuming”, integrazione tra consumatore e produttore: siamo consumatori quando compriamo la 3d printing e produttori quando utilizziamo tale macchina per fabbricare un oggetto.».

Alex Giordano ha sottolineato come i Fab Labs, attraverso la capacità di integrare innovazione e tradizione, di attingere dai vecchi saperi per fare nuove cose, chiedano un importante ritorno all’approccio artigiano, come capacità di “tornare a fare” e di “tornare a riflettere”, ma soprattutto come capacità di aggregare comunità.

«Il  Fab Lab ha un valore molto grande, di cui ce ne renderenno omaggio le generazioni future, che potranno scegliere davvero qual è il futuro a cui vogliono far parte. Fino ad oggi abbiamo vissuto il tempo come attesa. I Fab Lab, sono delle palestre che ci conducono ad un’etica nuova: ci invitano al tempo come scelta.».

By Categories: Notizie, WorkPublished On: 5 Novembre, 2012

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