Pochi giorni fa l’Ente Spaziale Europeo ha tenuto nei Paesi Bassi un simposio internazionale dal titolo “Moon 2020-2030—A New Era of Coordinated Human and Robotic Exploration” nel quale è stata proposta la Luna, anziché Marte, come casa-base umana. L’ESA ha infatti affermato durante il convegno che entro i prossimi 15 anni sarà possibile la vita sul nostro bel satellite, grazie a un ‘villaggio lunare’ stampato in 3D.

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Abbandonata dall’uomo per 43 anni, la luna tuttavia rimane l’unico pianeta raggiungibile dalle missioni umane, grazie all’ausilio della moderna tecnologia“, ha detto Johann-Dietrich Wörner, il direttore generale dell’ESA. Secondo Wörner, la luna rappresenta una via di mezzo ideale che permetterà all’uomo di esplorare l’universo al di là della Stazione Spaziale Internazionale, e resta la meta più realistica da colonizzare nel minor tempo rispetto ad una simile missione su Marte.

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L’ESA sta così lavorando all’installazione in loco di stampanti 3D per la produzione di habitat che sostengano la vita sui pianeti. La sezione tecnologia dei materiali dell’ESA ha già lavorato sulla costruzione di blocchi stampati in 3D e fatti di lunar-regolite, una sostanza che si trova sulla superficie della luna che è ideale per realizzare calcestruzzo. Secondo Laurent Pambaguian della sezione tecnologia dei materiali, le stampanti 3D sono in grado di produrre l’intera struttura in una sola settimana.

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Per creare prototipi lunari l’ESA ha utilizzato la stampante D-Shape che utilizza una matrice cellulare di ugelli di stampa 3D che spruzzano una soluzione vincolante sul materiale regolite simile alla sabbia.

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Il piano sarebbe quello di inviare dei robot che stampino in 3D strutture permanenti sulla Luna in modo da averle pronte in tempo per una missione umana dal 2030.

Anche la proposta della NASA è quella di costruire habitat stampati in 3D, ma su Marte. Il piano dell’Agenzia americana, dunque, è molto simile a quello dell’ESA, tuttavia Wörner ritiene che sarebbe più realistico e più sicuro testare queste pratiche sulla luna, che è a soli quattro giorni di distanza dalla Terra, piuttosto che a sei mesi, una differenza di tempo cruciale in caso di emergenza.

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Il “Moon Village”, immaginato come un insediamento multinazionale per astronauti provenienti da vari paesi cooperanti – tra cui Russia e Cina -, permetterebbe la ricerca scientifica, il turismo spaziale, e potenzialmente anche le attività minerarie. Le case stampate in 3D permetterebbero all’uomo di vivere per lunghi periodi di tempo sulla luna, raccogliendo conoscenze inestimabili sulla vita nello spazio, e, infine, sarebbero uno strategico punto di sosta per il lancio di future missioni su Marte.

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Nonostante le differenze di piani tra l’ESA e la NASA, i due centri continuano a lavorare a stretto contatto per far avanzare la scienza dell’esplorazione dello spazio profondo.
Dovremmo attendere almeno altri dieci anni per sapere tra Marte e la Luna quale sarà la nostra prossima casa-base, ma una cosa è certa: la tecnologia di stampa 3D rivestirà un ruolo importantissimo nella costruzione del nostro futuro villaggio extraterrestre.

By Categories: NotiziePublished On: 16 Marzo, 2016

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