Continuiamo ad indagare sui limiti e le opportunità che la Didattica a Distanza offre alla scuola italiana, ad un anno dalla sua introduzione. Dopo aver raccolto le riflessioni di due dirigenti scolastiche, la parola passa ai docenti! 

Quali sviluppi ha avuto la DAD e che ingegno ha aguzzato negli insegnanti? In che misura si è evoluto il rapporto tra docenti e studenti?

Questa e altre domande poste alla prof.ssa C. L., intervistata anche lo scorso anno, e alla prof.ssa B.G.: entrambe docenti di Istituti secondari di II grado, che ringraziamo per la disponibilità. 

Buona lettura!

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Cara prof.ssa, grazie alle piattaforme digitali ormai note a tutti, ma mai realmente considerate prima dell’emergenza Covid, l’anno scolastico non si è fermato ed è stato possibile, in questi mesi, far proseguire a bambini e ragazzi il percorso di apprendimento.
Quali sono le sue considerazioni sulla didattica a distanza? Quali i pro e i contro dopo un anno di lockdown?

B: La DAD per la mia disciplina  (Scienze Motorie) è stata un grosso limite, in quanto si fonda fortemente su un’attività pratica. Per comprenderne i fondamenti, ha richiesto grandi energie per interessare gli allievi e renderli consapevoli di certi processi. 

Poiché, in realtà, in ogni circostanza bisogna vedere gli aspetti positivi posso dire che, in fondo, si è giunti ad una conoscenza più approfondita della disciplina perché gli studenti, non potendo usufruire dell’opzione della lezione pratica, sono stati più attenti e concentrati, ovvero ben disposti all’apprendimento teorico.

C: La DAD ha dei lati da rivedere: ci sono sì degli aspetti utili per gli studenti, i quali hanno imparato ad acquisire competenze digitali di base, ad usare strumenti digitali e a studiare in modo diverso, però purtroppo esistono anche dei contro. Primo tra tutti la mancata interazione non solo tra i ragazzi ma anche tra docente-studente: credo che sia importante godere della presenza fisica del docente, anche per una semplice richiesta di aiuto o chiarimento da parte dell’allievo. 

Attraverso uno schermo, infatti, viene mente il contatto umano e non è facile nemmeno interpretare il tono di voce utilizzato, per fare un esempio. Il problema principale, quindi, è la mancanza della presenza.

Per fronteggiare questa evoluzione a cui è stata sottoposta la scuola, ha ritenuto opportuno seguire corsi di aggiornamento professionale sull’utilizzo delle nuove tecnologie e sulla didattica digitale integrata? Se sì, quali e come ha canalizzato le competenze acquisite nella pianificazione delle lezioni?

B: Fortunatamente nel mio Istituto sono già in uso da tempo sia il registro elettronico che GSUITE, con tutte le opzioni per una didattica “tecnologica”. Certo, ciascun docente utilizzava tali strumenti parzialmente (non sfruttandone tutte le possibilità operative), quindi le circostanze sopravvenute hanno spinto tutti ad approfondirne la conoscenza per risolvere tutte le criticità che di volta in volta si presentavano. L’Istituto ha fornito, in ogni caso, la possibilità di corsi di aggiornamento, nonché l’affiancamento di un team digitale che supportasse in ogni momento i docenti nel proprio lavoro.

C: Premetto che sto svolgendo l’anno di prova, in quanto ho ottenuto il passaggio dalle scuole medie alle scuole superiori, e quindi sono previsti, da regolamento, dei corsi di formazione e di aggiornamento. Io ho deciso di seguire sia corsi sulla didattica digitale e sia quelli sulla corretta gestione della classe in situazioni di emergenza. Entrambi mi hanno permesso di mettere subito in pratica quanto acquisito, considerata proprio la situazione che stiamo vivendo. 

Utilizzo delle App che apportano vantaggi per i ragazzi: come ad esempio CMap Tools, molto utile e intuitiva per la realizzazione di mappe concettuali; Openboard, la lavagna interattiva che permette di inserire testo, foto, immagini ed altro; PowerPoint, diventato un vero e proprio strumento di verifica.

Openboard

Difficoltà di connessione e mancato accesso omogeneo da parte degli studenti agli strumenti informatici. Queste le criticità emerse, soprattutto ad inizio lockdown. Sussistono ancora oggi queste problematiche, e come sono affrontate?

B: Nella prima fase di lockdown sicuramente gli allievi hanno trovato delle difficoltà: non avevano gli strumenti adatti e per lo più utilizzavano i cellulari, ma la scuola ha poi fornito in comodato d’uso gratuito, a quasi tutti coloro che ne hanno fatto richiesta, tablet e pc portatili.  Purtroppo non si è potuto fare molto con le connessioni presso le loro abitazioni, ma tutti sono riusciti ad organizzarsi in qualche modo per seguire le lezioni, che sono state gestite con i giusti tempi di disconnessione e con un’ottima organizzazione dell’orario e della regolamentazione della DAD stessa.

C: Queste difficoltà purtroppo sussistono ancora oggi. Il mio Istituto, dal canto suo, ha provveduto non solo a concedere in comodato d’uso gratuito pc e tablet ma anche a fornire la connessione internet agli studenti realmente bisognosi.

connessione dad

A partire da settembre 2020, la didattica a distanza è stata alternata con quella in presenza, a causa del susseguirsi di ordinanze regionali che disponevano la chiusura e la riapertura delle Scuole, anche in tempi brevi. Questa situazione sta influendo sul rendimento degli studenti e sull’organizzazione dei programmi curriculari? Se sì, in che modo?

B: La DID (didattica digitale integrata) ha creato più problemi della DAD perché nel momento in cui avevamo metà classe in presenza e metà a distanza, la scuola non ha retto alla connessione per cui spesso facevano lezione quelli in presenza, mentre agli allievi a distanza andava assegnata un’attività asincrona, si è perso per un po’ la compattezza della classe. 

Fortunatamente questo è durato per un brevissimo periodo. Comunque, già in partenza le programmazioni sono state rimodulate in funzione della DAD per cui i programmi non hanno subito rallentamenti. Per alcuni allievi certo ci sono delle difficoltà derivanti sia dall’uso delle tecnologie sia dalla mancanza di un contatto diretto. Molto dipende anche dalla disciplina.

C: Premetto che il mio Istituto non ha mai riattivato la didattica in presenza, sia per le chiusure disposte dal Sindaco e sia per lavori di manutenzione, quindi da settembre stiamo andando avanti con la DAD al 100%. Questa situazione sta influendo sul rendimento degli studenti, ma non di tutti: chi riscontra maggiori difficoltà è lo studente che ha bisogno di maggiore affiancamento e che ha bisogno di essere spronato continuamente.

valutazione dad

Che tipo di ingegno ha aguzzato l’emergenza DAD? Quali opportunità ha disvelato al personale docente?

B: Ciascuno di noi ha dato fondo a creatività, spirito organizzativo, ricerca di documentazione: anche il docente più esperto ha dovuto riorganizzare tutto il suo metodo, preparare le lezioni nel dettaglio (non che prima non si preparassero le lezioni, ma i tempi in presenza si gestiscono diversamente).  Ad esempio, una lezione in aula può essere interrotta dal collaboratore che porta un avviso, una scaramuccia tra alunni, ecc. invece la lezione a distanza procede in maniera corposa, gli alunni non sono distratti, in poche parole si fa molto di più (a mio avviso ) in 45/50 minuti di DAD che in 60 minuti in presenza.

C: La DAD permette di aggiornarsi e di spaziare tra più contenuti: questo è un merito che va riconosciuto. 

apprendimento dad

In che modo le modalità di insegnamento e di valutazione si sono evolute al nuovo contesto di insegnamento?

B: Sicuramente la lezione frontale è stata utilizzata al minimo, c’è stato molto più spirito collaborativo tra gli alunni e tra essi e il docente, le lezioni sono state arricchite necessariamente da materiale digitale video, slide, questionari e verifiche online con sistemi innovativi e immediati anche nella valutazione. 

Tutta la valutazione è stata adattata alla nuova situazione ricercando indicatori e descrittori più idonei al contesto di lavoro e produzione. Per cui è chiaro che c’è stato un grande passo in avanti per tutti sulle modalità di insegnamento, molto più valido di un corso di aggiornamento, che chiamerei “corso di adeguamento” per la tutela dell’educazione dei nostri alunni.

C: I parametri di valutazione sono cambiati perché bisogna tener conto del fatto che i ragazzi studiano a distanza, sono maggiormente stanchi, l’attenzione cala dopo tante ore al pc e riscontrano le difficoltà di connessione e di comunicazione di cui abbiamo già parlato. Un conto è la valutazione a seguito di didattica in presenza, un conto invece è la valutazione a seguito di didattica a distanza.

Spesso si è parlato di come la Didattica a distanza in questo periodo di confinamento forzato abbia permesso agli insegnanti di entrare in una relazione nuova coi ragazzi. Anche lei sta vivendo diversamente il rapporto con i suoi alunni, e in che misura?

B: Sì, certamente ho visto un miglioramento e un approfondimento della relazione con gli allievi, ci siamo sentiti uniti in una situazione sconcertante, ma l’alunno si relaziona con il docente anche nel corso della giornata sia attraverso la classroom sia, spesso, anche attraverso le chat. Tutto ciò ha fatto cadere delle barriere e sento che il docente è diventato un punto di riferimento, ma in maniera diversa: non voglio dire un amico perché credo non bisogni confondere i ruoli, bensì un adulto fidato.

C: Lo scorso anno scolastico, in qualità di coordinatrice e vista la situazione emergenziale, ho dato il mio numero agli studenti, che potevano contattarmi quando ne avevano bisogno. Quest’anno ho cambiato rotta e ho deciso di utilizzare solo i canali istituzionali. I miei allievi sanno di poter contare su di me e di poter avere risposte immediate ma solo ed esclusivamente con i mezzi ufficiali.

Se potesse, cosa consiglierebbe al nuovo Ministro dell’Istruzione, dott. Bianchi?

B: Esca dal Ministero, faccia un giro nelle scuole, cerchi di capire sul campo quali sono le criticità e i pregi della scuola italiana, faccia una lunga chiacchierata con il personale tutto, con gli alunni che vivono la scuola la vivono come un rifugio, un’ancora di salvezza. Solo dopo una profonda riflessione saprà ciò che è giusto e gli si aprirà un mondo.

C: Sinceramente, non saprei che consiglio dare perché credo che i Ministri (Azzolina prima e Bianchi poi, ndr) stiano facendo il possibile. È difficile ricoprire certi ruoli in questo preciso momento storico. Bisogna solo combattere al meglio questa emergenza per risolvere i problemi del mondo scolastico e non solo.

Cosa si augura per il mondo scolastico nel prossimo futuro?

B: Sicuramente che si torni in presenza, che si riprenda il contatto fisico, il guardarsi negli occhi, osservare quell’atteggiamento delle spalle dell’alunno, quella sua camminata, quel gesto della mano che sono insostituibili per capire l’altro, ma portando al tempo stesso con sé tutta l’innovazione metodologica sperimentata, tutti gli artifici, le sensazioni, le vittorie e le sconfitte maturate in questi mesi che costituiscono il più grande bagaglio di esperienza maturato nei miei 37 anni di insegnamento.

C: Mi auguro, e anche i miei allievi se lo augurano e me lo ripetono quasi ogni giorno, di tornare presto in presenza. La DAD funziona in questa situazione di emergenza ma la Scuola è fatta di presenza, con uno sguardo al digitale.

 

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By Categories: Case Study, Entry Level, NotiziePublished On: 22 Marzo, 2021

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