Dal 15 al 16 novembre a Milano c’è la quarta edizione di SharItaly 2016, l’evento sull’economia della collaborazione con l’obiettivo di promuovere il dibattito e lo scambio di pratiche favorendo la contaminazione tra comunità, piattaforme, amministrazioni e aziende.
Tema centrale, quest’anno, riguarda l’impatto e l’evoluzione della sharing economy in Italia per capire quali sono le opportunità da cogliere e le sfide da indirizzare. 
E, parlando di sharing economy, ovviamente una riflessione importante sarà fatta sulle specificità dellʼeconomia collaborativa rispetto ad altre forme di economia e lavoro digitale, conoscerne opportunità da cogliere e sfide da indirizzare.

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In che modo si creano dal basso buone e innovative pratiche? Qual è l’impatto che queste azioni hanno a livello locale? Allo stato attuale, quali sono e quali potrebbero essere le nuove politiche locali e nazionali a sostegno della Manifattura 4.0? Domani 15 novembre alle ore 15:00, al panel “Fablab: dalle politiche alle pratiche”, presso la sala C1, si cercherà di dare delle risposte a questi quesiti, attraverso il contributo di alcuni protagonisti della nuova rivoluzione digitale e industriale in atto.
Tra questi ci saremo anche noi di Medaarch – Mediterranean FabLab!
Durante la tavola rotonda, racconteremo la nostra esperienza, con un particolare focus sulle scuole e il rapporto che abbiamo con esse attraverso il programma Mediterranean FabLab @School, sull’impatto che abbiamo sul territorio in termini di sviluppo locale ed economico e sul rapporto con le istituzioni.

Vi aspettiamo domani 15 novembre alle 15:00 a BASE Milano (via Bergognone 34), sala C1!

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Giunta alla sua quarta edizione, l’evento Sharitalty ha l’obiettivo di promuovere il dibattito e lo scambio di pratiche favorendo la contaminazione tra comunità, piattaforme, amministrazioni e aziende.
Condividiamo di seguito l’abstract del Panel “Fablab: dalle politiche alle pratiche” al quale saremo presenti:

In un Paese con un debole sistema d’innovazione come l’Italia e con una forte vocazione manifatturiera, il deficit di beni collettivi per la fabbricazione digitale ha creato una struttura delle opportunità favorevole ad una mobilitazione volontaristica dei cittadini.  Molte delle pratiche innovative che hanno dato vita a laboratori sono nate dal basso dall’iniziativa di fondatori che hanno investito risorse personali e tempo per creare reti di collaborazione locali e nazionali. Per capire come i laboratori rappresentano una risorsa importante e da valorizzare utile per la diffusione delle nuove tecnologie tra giovani e imprenditori occorre considerare due dimensioni fondamentali dell’esperienza italiana.  Il fenomeno dei Fab Lab in Italia si caratterizza anche per la capacità di creare una community locale e un legame con il territorio. Il primo aspetto si riferisce al fatto che i Fab Lab, oltre ad essere un luogo per la fabbricazione digitale, svolgono anche una funzione “quasi associativa”: sono un punto di riferimento e di aggregazione per persone che condividono gli stessi interessi. Il legame con il territorio, invece, fa riferimento alla capacità dei Fab Lab di orientarsi verso gli attori locali e le vocazioni produttive dell’area in cui operano (la capacità di attivare la domanda di servizi da parte dei cittadini, delle scuole, delle imprese e la capacità di instaurate collaborazioni formali e informali con gli attori pubblici e privati) e la capacità progettuale, cioè l’abilità di realizzare progetti con soggetti locali (artigiani, imprenditori, enti pubblici, etc) e/o con soggetti esterni al territorio (fuori dalla regione e/o dei confini nazionali).

 

By Categories: NotiziePublished On: 14 Novembre, 2016

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