Technology is the answer, but what was the question?

Nel 1966 Cedric Price intitola così una delle sue più famose conferenze. Incentrata sulla presentazione del Fun Palace, centro culturale e multidisciplinare mai arrivato alla sua realizzazione, la lecture che Price tenne invitava a riconsiderare l’impatto che le nuove tecnologie potevano avere sull’architettura.

Può sembrare un’affermazione scritta oggi e, a 54 anni dalla sua presentazione, la provocazione di Price può ancora regalarci spunti di riflessione interessantissimi. Forse oggi la prima parte del titolo potrebbe essere aggiornata in “Computation is the answer” o in “Design is the answer” (io preferirei la seconda), ma il senso non muterebbe.

Non cambierebbe, infatti, la propensione alla ricerca e alla sperimentazione che l’affermazione di Price porta con sé.
Non cambierebbe l’atteggiamento culturale, né tanto meno quella tensione alla scoperta di strategie e prassi di nuovi paradigmi progettuali.
Non cambierebbe soprattutto l’atteggiamento con cui le nuove nuove tecnologie possono essere utilizzate per l’architettura.

Fare architettura oggi: gli strumenti di design computazionale e fabbricazione digitale

Design computazionale e digital fabrication sono solo strumenti con cui l’architetto indaga un possibile fare architettura, che sempre dovrebbe essere immerso nello spirito del tempo.
Il punto è che la realtà che produce questo spirito in cui ci troviamo a progettare ed immaginare un futuro possibile, è quanto mai complessa.

Costituito da una rete di relazioni intricata, multidimensionale, multidisciplinare, trans-territoriale e mutevole, il presente che viviamo ci impone di ripensare il nostro atteggiamento nei confronti di temi importanti.

Fare architettura oggi significa dare una risposta a questioni cruciali con le migliori tecnologie e pratiche di cui possiamo disporre.
Significa, più di tutto, cogliere l’opportunità di un progetto come possibilità di indagine.
È, dunque, di cruciale importanza armarsi di strumenti adatti per avventurarsi in scenari nuovi e ancora poco esplorati.

Le opportunità degli strumenti di computazione

Gli strumenti di computazione ci danno oggi la possibilità di investigare nuovi approcci e nuove pratiche per il progetto d’architettura. Dall’idea di un architetto che dà forma all’architettura, alla figura di progettista che definisce le regole che creeranno la forma dell’architettura. L’affermazione “che creeranno la forma” è anch’essa tutta da capire, da specificare.

Il come fa sempre la differenza. Ovvero, è proprio nel modo in cui queste regole possono dar vita ad una architettura che si nasconde il successo o la disgrazia di questo nuovo paradigma.

Quali sono le strategie e gli approcci più promettenti? Quali sono i casi casi più interessanti? 

Ci sono esempi di cui possiamo ripercorrere l’iter per cercare di capirne il metodo? Possiamo sperimentare nuove prassi progettuali, dove al lavoro computazionale si aggiunge una sperimentazione e una verifica su risultati materici? Abbiamo le capacità e le conoscenze per governare l’enorme capacità creativa che la computazione ci offre?

Tutte queste domande aprono campi sterminati di riflessioni e sperimentazioni che Medaarch.education da sempre cerca di trattare nei suoi corsi di formazione.

By Categories: Big Thinking, Case Study, NotiziePublished On: 11 Maggio, 2020

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