Duemila kg di materiale e sette metri e mezzo di lunghezza: ecco la grandezza di 3Dirigo, la prima barca creata interamente in 3D dall’Università del Maine.                                        Il tempo impiegato per la sua realizzazione è di sole 72 ore, ma con ben 15 anni alle spalle di studio e ricerca, possibili grazie ai 20 milioni di dollari finanziati dall’Oak Ridge National Laboratory (ORNL), laboratorio nazionale di scienze interdisciplinari e tecnologia gestito dal Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti attraverso una società formata dall’Università del Tennessee e dal Battelle Memorial Institute.                                                                                    La stampante utilizzata dall’Università del Maine permette di stampare oggetti in 3D fino a 30 metri di lunghezza, 7 metri di larghezza e 3 metri di altezza: già di per sé una vera e propria stampante da record!

 

La stampante 3D che ha permesso la realizzazione di 3Dirigo

La 3Dirigo, inoltre, si è aggiudicata ben 2 premi

  • Il più grande oggetto solido stampato in 3D;
  • La più grande (ma anche la prima) barca stampata in 3D.

Il prototipo, realizzato al 50% da nano cellulosa e al 50% da materiale termoplastico, non vuole essere un semplice esercizio tecnologico ma una vera e propria barca da utilizzare in campo civile ed, eventualmente, militare.

3Dirigo in fase di prototipazione tramite apposita stampante in 3D

Ad oggi, è ancora in fase di test presso l’Alfond W2 Ocean Engineering Laboratory, un impianto di prova di modelli offshore dotato di una macchina eolica ad alte prestazioni su un bacino d’onda multidirezionale, ma l’obiettivo è quello di usarlo durante vere e proprie navigazioni nell’Oceano.                                                                                             

Ma quali sono i benefici e i limiti derivanti da tale prototipazione?                                                                                Sicuramente si è in grado di capire fino a che punto possono spingersi le nuove tecniche e le nuove tecnologie di fabbricazione digitale, attraverso studi e ricerche continue. A tal riguardo balza all’occhio la possibilità, sempre più vicina, di realizzare oggetti, e addirittura infrastrutture, nel minor tempo possibile, con conseguente risparmio di risorse economiche.
Inoltre, dato non trascurabile, è l’impiego di materiali biodegradabili, riciclabili e basso impatto ambientale, che potrebbero sostituire (il condizionale è d’obbligo) addirittura i metalli pesanti.                                   Il limite più grande, invece, che si spera di poter superare, è il reale utilizzo di tale barca in mare aperto. Il suo peso, che ricordiamo essere di 2.000 kg, è di gran lunga maggiore rispetto a quello delle barche tradizionali della stessa fattezza della 3Dirigo. Motivo per cui i test di navigazione non sono ancora terminati. 

Ma noi siamo fiduciosi e siamo sicuri di veder presto la 3Dirigo e altre “sorelle” sfrecciare in mare aperto, con, chissà, anche noi sopra a goderci un cocktail durante un pomeriggio d’estate.

Fonti:
Focus.it
DDay.it
Elettronica In
Umaine.edu

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By Categories: NotiziePublished On: 16 Marzo, 2020

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