“Like the fish that doesn’t know it is wet” dice Koert Van Mensvoort nel suo articolo su Next Nature per indicare quanto, allo stesso modo dei pesci che non sanno di essere bagnati, nonostante siamo sommersi dalla tecnologia, spesso siamo ignari della sua onnipresenza.
Quando si tratta di cambiamenti tecnologici, percepiamo l’innovazione passando da gadget a gadget e comprendendo il nuovo ambiente, un passo alla volta. Ma spesso ci manca una visione chiara su come affrontare le tecnologie emergenti e dove esse ci porteranno davvero. Soprattutto in un momento come quello che viviamo oggi, fatto di sviluppi tecnologici sorprendenti, praticare un tale approccio superficiale significa perdere un’occasione. Se vogliamo definire un percorso verso un futuro tecnologico desiderabile, è importante sviluppare una più profonda comprensione di come la tecnologia si sviluppa e quale ruolo svolge nella nostra esistenza.
Con la sua Piramide della Tecnologia, Koert Van Mensvoort propone un nuovo modello per descrivere i vari livelli in cui la tecnologia può funzionare nella nostra vita. La piramide si ispira alla nota piramide di Maslow, la gerarchia dei bisogni teorizzata dall’omonimo psicologo nel 1943, che descrive le diverse motivazioni umane muovendole dalle più basse (originate da bisogni primari – fisiologici) a quelle più alte (volte alla piena realizzazione del proprio potenziale umano – autorealizzazione).
Come funziona la Piramide della Tecnologia.
Simile al modello di Maslow, le tecnologie possono muoversi su e giù attraverso i vari livelli della piramide. Gli stadi inferiori devono essere necessariamente soddisfatti prima che ogni tecnologia possa raggiungere la fase successiva. La Piramide della Tecnologia certamente non può rispondere a tutte le nostre domande relative all’innovazione tecnologica, ma è comunque un utile strumento per scienziati, inventori, ingegneri, designer e imprenditori a posizionarsi al meglio nel campo di gioco dello sviluppo tecnologico e a creare una tecnologia migliore.
I sette step della Piramide della Tecnologia.
I sette step della piramide partono da un livello primario più basso che è il livello previsto e che rappresenta la condizione stessa per cui la tecnologia possa esistere. Prima della progettazione, della produzione e dell’accettazione di qualsiasi tecnologia, infatti, ci deve essere un’idea, un sogno o una visione di come le nostre capacità possano essere estese.
Ogni nuova tecnologia che si trova allo step più basso, cioè quello immaginato, in un primo momento è sentita dall’uomo come artificiale ed estranea, ma salendo già a metà della piramide le cose cambiano e si comincia a familiarizzare e accettare quelle innovazioni, fino al culmine dell’accettazione che avviene per le tecnologie presenti nello step più alto della piramide, dove l’approvazione per quella tecnologia è così forte al punto di essere percepita come un bisogno vitale o anche una parte naturale del nostro vivere. La tecnologia a questo punto, diventa invisibile perché naturalizzata, fornendo un nuovo importante punto di vista sul rapporto tra le persone, la natura e la tecnologia. Il vertice della piramide, ci dice nel suo articolo Van Mensvoort, è raramente raggiunto. La maggior parte delle tecnologie non superano la metà della piramide o vengono spinte giù a livelli più bassi da nuove tecnologie emergenti. Alcune tecnologie, come l’informatica digitale, sono salite fino alla fase ‘vitale’, mentre solo una manciata di tecnologie sono così integrate e onnipresenti alla quotidianità dell’uomo, da non essere più vissute come tecnologie. La scrittura è certamente una di queste.
dall’articolo originale: http://www.nextnature.net/2014/08/pyramid-of-technology/
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