Nick Geisendorfer, uno studente della Scuola McCormick di Ingegneria, parte della Northwestern University, sta conducendo una ricerca per capire in che modo l’utilizzo delle nuove tecniche di fabbricazione digitale, possono creare delle celle a combustibile ad ossido solido (SOFC) più efficienti e pensate come soluzione energetica su larga scala.
Le celle a combustibile ad ossido solido sono in grado di produrre energia elettrica dall’ossidazione elettrochimica di combustibile, senza bruciare.
Mentore di Geisendorfer durante la sua ricerca, è Ramille Shah, membro della facoltà di McCormick e scienziato stimato, alla guida del Tissue Engineering and Additive Manufacturing Lab, in cui si utilizzano tecniche di stampa 3D per il progresso della medicina rigenerativa. Il laboratorio produce anche inchiostri 3D funzionali, appositamente utilizzati per l’energia e le applicazioni strutturali avanzate.
Geisendorger collabora anche con il professore Scott Barnett che gestisce, presso la Northwestern, il laboratorio specializzato nella ricerca per migliorare le prestazioni delle celle a combustibile. Una parte fondamentale della ricerca di Geisendorfer, è stato l’utilizzo della tecnologia di stampa 3D. “Le SOFC esistono da un po’, ma nessuno ha messo a punto finora un buon modo per utilizzarle in progetti complessi,” ha spiegato lo studente. “Stiamo esaminando se e in che modo si possa stampare in 3D un’intera cella o incorporare parti di celle stampate in 3D nel lavoro svolto dal laboratorio del Professor Barnett.”.
Siamo certi che leggeremo presto preziosi sviluppi di questo lavoro.
—
Leggi anche:
Celle solari organiche stampate in 3D, in grado di alimentare un grattacielo
Plant-e: il sistema per generare energia dalle piante senza danneggiarle
Condividi:
Ricerche simili