Opportunità, innovazione e tecnologia. Sono questi i pilastri sui quali costruire il futuro. E sono queste le direzioni verso le quali anche pmi e attività artigianali devono muoversi.
È da queste premesse che nasce il progetto “Make in Nuoro”, per il quale noi di Medaarch abbiamo avuto l’onore e di lavorare attivamente nel 2014, per due anni, intensi e preziosi.

Tutto ha sempre inizio con una persona lungimirante. Nel nostro caso ce n’è stata più di una.

In primis Agostino Cicalò, l’allora presidente della Camera di Commercio di Nuoro che volle che il suo territorio diventasse artefice del cambiamento investendo sull’imprenditoria digitale e su un’idea: la creazione di un laboratorio di fabbricazione digitale (FabLab) capace di venire incontro alle esigenze delle imprese del territorio, e non solo, desiderose di cogliere le opportunità derivanti dai processi di digitalizzazione. Una sfida, che ha chiamato in campo diversi esperti dell’innovazione: Nicola Pirina, esperto di local development and innovation management per le economie territoriali, Gianluca Dettori fondatore e presidente di dpixel, società di venture capital tecnologico, e noi di Medaarch.

E così, zaini in spalla e sogni in tasca, che è partito il nostro viaggio “Make in Nuoro”, durante il quale ci siamo soffermati ad ammirare la bellezza che stava nei momenti del percorso, nella composizione dei paesaggi, nel condividere la vita dei territori e non solo nella meta. Abbiamo vissuto il cambiamento passare dagli incontri nelle aziende, dai passaggi nei comuni, dalle ore spese a dialogare coi sogni di chi pensa sé stesso differente, in un presente che non gli assomiglia.

Abbiamo vissuto fin in fondo un territorio dalle grandi possibilità, mossi dal desiderio di contribuire alla costruzione di tappe fondamentali, da Montresta a Tertenia passando per Isili e così via, con un duplice obiettivo riprendendo le parole del presidente Cicalò durante una mia intervista “il primo obiettivo: trasmette la conoscenza di un mondo che possa cambiare le sorti della nostra economia; che ben si fa alla fisionomia delle nostre imprese; che consenta la riconversione di aziende che oggi rischiano di rimanere fuori perché applicano modelli non più compatibili col mercato; che possa supportare processi di sostituzione generazionale attraverso i quali i giovani possano proseguire il lavoro dei genitori secondo un criterio più in linea con le aspettative del mercato.
Il secondo obiettivo, altro aspetto fondamentale, è quello della trasmissione a studenti degli ultimi anni delle scuole superiori e a studenti universitari, di un modello di produzione nuovo che consenta loro di poter pensare alla creazione di nuove imprese. Perché non bisogna solo incidere sulle realtà esistenti, ma siamo convinti che questo progetto porterà opportunità anche nella creazione di nuove imprese da parte di neodiplomati o laureati che potranno approcciare al mondo della produzione secondo strumenti più agevoli rispetto a quelli più complessi propri di un modello di produzione su larga scala che non esiste nel nostro territorio, né si è interessati a crearlo.”.

La Sardegna centrale, dal forte carattere identitario, oltre che per le bellezze naturali e l’intensa produzione culturale, è nota per il manifatturiero di qualità e la preziosa produzione artigianale intrisa di tradizione. Così, in un periodo di forte crisi globale, la CCIAA di Nuoro, consapevole del suo ruolo, ha deciso di investire e di scommettere sull’innovazione materiale e immateriale a favore delle imprese che, nel territorio, sfidano se stesse e il mercato, per continuare a esistere e affermare il made in Sardinia nel mondo.

Make in Nuoro già dall’inizio mostrava tutta la sua forza, tanto da portare in modo unanime l’intera giunta camerale e quindi le categorie fondamentali di un tessuto di oltre 25.000 imprese a sposare il progetto.

Il progetto, che si è concluso il 1 luglio 2016 con l’inaugurazione del fablab della Sardegna centrale, si è articolato in diverse fasi:

  • la redazione dello stato dell’arte delle aziende nuoresi, per quel che concerne le opportunità d’innovazione legate alla fabbricazione digitale che le stesse potrebbero intraprendere;
  • una fase di tutoraggio che dallo stato attuale si è mosso verso un percorso d’innovazione pensato ad hoc;
  • un percorso di sensibilizzazione in più di 100 Scuole della Sardegna, dove mostrare come l’innovazione digitale sia preziosa per la costruzione di un futuro più consapevole, attivando aree di prospettiva per i ragazzi e creando presupposti per la nascita di nuove imprese.
  • la realizzazione del fablab Make in Nuoro, dal layout degli spazi, fino all’identificazione delle macchine, delle opportunità e dei nuovi scenari d’innovazione più consoni da offrire al sistema delle imprese locali, insieme all’occasione di far parte di un reale percorso partecipato di cambiamento. Creare un FabLab che sia utile allo sviluppo imprenditoriale di un territorio, infatti, implica che le macchine in esso presenti siano funzionali alle attività produttive locali, agli scopi culturali e didattici, ma anche alla produttività diretta, rispondendo a richieste di settori disparati, impegnati da cicli produttivi eterogenei.
  • La stesura di un report di Analisi dell’impatto economico e sociale del progetto “Make in Nuoro”, un documento accessibile a tutti che riordina le tappe di questo viaggio fornendo un’analisi di scenario che, nella prima parte, affronta le tematiche su scala nazionale e, nella seconda parte, confronta le stesse sulla dimensione regionale, con particolare attenzione al territorio nuorese. Lo studio è volto non solo a focalizzare il contesto entro cui il FabLab si colloca, ma anche le potenzialità da attivare.

Un ringraziamento a chi ha voluto fortemente Make in Nuoro, a chi ha creduto fin da subito al progetto, a chi ci ha dato fiducia per accompagnarli in quello che per noi sarà sempre un viaggio indimenticabile. In bocca al lupo Make in Nuoro!

By Categories: Case Study, Notizie, ToolkitPublished On: 12 Luglio, 2016

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