Organovo, l’azienda 3D biotech con sede in California, ha recentemente annunciato una collaborazione con l’Università della California, San Francisco (UCSF), per sviluppare tessuti avanzati biostampati in 3D da utilizzare per la ricerca sulle malattie dello scheletro. La partnership è in gran parte finanziata dalla Methuselah Foundation, come parte del suo programma University 3D Bioprinter.

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Attraverso il suo University 3D Bioprinter Program, che due anni fa ha contribuito a finanziare la partnership di Organovo con la Yale University per i tessuti trapiantati biostampati in 3D, la Methuselah Foundation ha donato più di 500.000 dollari, destinati ad essere divisi tra un certo numero di istituzioni che lavoreranno con Organovo su progetti di ricerca diversi, sempre legati al 3D bioprinting. Il denaro della Fondazione Methuselah finanzierà i costi di bioprinter, così come gli elementi chiave del processo di ricerca.

La recente collaborazione tra Organovo e UCFS è focalizzata sulla ricerca delle malattie dello scheletro, condizioni che colpiscono milioni di persone in tutto il mondo. Le patologie muscolari e scheletriche sono riconosciute come la seconda causa di disabilità in tutto il mondo e includono anche disturbi comuni come la sindrome del tunnel carpale, tendiniti, mal di schiena. Il metodo di ricerca avanzato offerto dal 3D bioprinting, potrebbe essere cruciale per scoprire trattamenti più efficaci per queste malattie, offrendo ai ricercatori una comprensione molto migliore rispetto ai metodi in 2D usati finora – in particolare per lo sviluppo di modellistica in vitro per le malattie delle ossa -, per contribuire a promuovere la crescita e la riparazione ossea.

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Quando studiamo le malattie dello scheletro, come il cancro alle ossa o eterotopica, la maggior parte delle ricerche si verifica in un ambiente bidimensionale, come ad esempio una piastra di petri. – afferma il dottor Edward Hsiao, assistente presso la Scuola di Medicina UCSF – Questo ci dice sicuramente molto su come le cellule interagiscono con altre cellule, ma non ci dà informazioni sul loro funzionamento in un ambiente naturale tridimensionale. Il 3D bioprinting, invece, crea migliori meccanismi per la combinazione di ponteggi inorganici con cellule vive e probabilmente avrà implicazioni importanti sulla riparazione dei tessuti scheletrici danneggiati, così come molti altri tessuti del corpo “.

La collaborazione tra Organovo e UCSF comprende anche Tamara Alliston, Chelsea Bahney, Jeff Lotz oltre che il team dei laboratori di ricerca di Robert Nissenson. “Le partnership con le istituzioni di livello mondiale, sono fondamentali accelerare un lavoro pionieristico nella ricerca di cure per malattie come quelle che seguiamo noi. –  ha detto Keith Murphy, presidente e CEO di OrganovoLa collaborazione con UCSF, che unisce la loro esperienza con la nostra, insieme al sostegno della fondazione Methuselah, rappresentano un altro passo importante nella ricerca per poter ottenere progressi significativi in questa direzione.”.

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credits: 3ders.org

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By Categories: NotiziePublished On: 14 Giugno, 2016

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