Gli scienziati del Victorian Organic Solar Cell Consortium (VICOSC) si stanno chiedendo come rafforzare intere costruzioni e, dopodiché, quasi tutto il pianeta, poiché la tecnologia che stanno creando sarà facilmente trasferita allo sviluppo e alle aree del terzo mondo, in maniera economica, grazie (ancora una volta) al nuovo eroe in tante scienze ed industrie, ovvero la stampa 3D e il design.
Il team di scienziati australiani che lavora insieme al Victorian Organic Solar Cell Consortium (VICOSC), è composto da talenti provenienti da Monash University, dall’Università di Melbourne, dal CSIRO, e da numerose aziende come Bosch, BlueScope Steel e Innovia. Dal 2007 hanno sviluppato pannelli solari stampati in 3d, in carta sottile come quella della pellicola cinematografica.
I pannelli solari, ora in fase di finitura e quasi pronti per le produzioni commerciali, possono essere utilizzati con inchiostro solare, un processo ancora in fase di miglioramento. “E’ un sistema molto diverso dal convenzionale pannello solare in silicio”, spiega Fiona Scholes, ricercatrice senior presso il Commonwealth Scientific and Industrial Research Organization (CSIRO), l’agenzia del governo federale per la ricerca scientifica in Australia, fondata nel 1926.
Il VICOSC spera di vedere molto presto questa tecnologia nella produzione commerciale per applicazioni a bassa potenza.
Gli australiani, in questo momento, sono coinvolti nel vivo della fabbricazione additiva, stampando i pannelli solari su plastica e poi sperando finalmente di poter stampare il materiale direttamente sulle superfici come tetti o retro dell’elettronica.
Il Consorzio sembra essere in dirittura d’arrivo per lo sviluppo di una delle più grandi strutture di celle solari organiche stampabili in tutto il mondo.
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