È possibile generare elettricità dalle piante? E, se si, in che modo? Probabilmente quando la società olandese Plant-e, ha deciso di sviluppare una tecnologia che genera energia elettricità dalla vegetazione senza danneggiarla, è partita da queste due domande.
L’obiettivo del progetto è rendere le piante delle vere e proprie fonti dirette, capaci di produrre energia pulita alle comunità più remote della terra.
La tecnologia alla base di Plant-e si chiamaPlant-Microbial Fuel Cell ed è un particolare sistema che sfrutta la fotosintesi clorofilliana.
Le piante, infatti, quando compiono la fotosintesi clorofilliana – per la quale utilizzano una combinazione di anidride carbonica, acqua e luce -, producono delle sostanze organiche necessarie al nutrimento del vegetale. Tuttavia la pianta, non utilizza tutti i nutrienti, così, quelli in eccesso vengono rilasciati, attraverso le radici, nel terreno circostante. Qui, i microrganismi presenti nel suolo, una volta alimentati da queste sostanze nutritive, rilasciano come sottoprodotto elettroni, i quali quindi sono un prodotto di scarto dei batteri che vivono intorno radici delle piante Seguendo questo processo naturale, posizionando un elettrodo vicino le radici, si può trasformare l’energia prodotta dalla differenza di potenziale in elettricità fruibile dall’uomo, senza danneggiare le piante o utilizzare tecniche invasive.
Nanda Schrama, chief marketing officer della società, spiega che attraverso tale principio, la sfida è generare quantità utili di elettricità. Marjolein Helder e David Strik, colleghi di Nanda Schrama, hanno lavorato allo sviluppo di tale tecnologia presso l’Università di Wageningen, nei Paesi Bassi, sulla base delle idee del professore Bert Hamelers.
Attualmente, questo tipo di tecnologia è ancora in fase di sperimentazione. Il team di ricerca, infatti, ha realizzato un prototipo su piccola scala nei Paesi Bassi, posizionato su un orto urbano situato sul tetto di un edificio olandese. Per il momento, i numeri ottenuti sono bassi: si parla di 0,4 W per metro quadrato, ma gli obiettivi sono ambiziosi e si punta a raggiungere i 3,2 W. In tal modo, un territorio di 100 metri quadrati potrebbe essere capace di soddisfare il fabbisogno energetico di una famiglia.
Tale sistema potrebbe essere utilizzato, ad esempio, anche sui terreni contaminati o inquinati che, attraverso quest’innovativa tecnologia, si trasformerebbero in fonti di energia. Proprio indagando altri tipi di applicazioni per le quali tale sistema può essere utilizzato, Plant-e ha generato dei sottoprodotti che potrebbero essere immessi in commercio già entro la fine del prossimo anno:
– Plant-e mobile, capace di produrre energia sufficiente a ricaricare uno smartphone;
– Plant-e Hotstop, prodotto per sostenere una connessione wi-fi;
– Plant-e Roof, che, se installato sui tetti degli edifici, potrebbe portare a una riduzione importante dei consumi energetici.
Per saperne di più, visitate il sito ufficiale http://plant-e.com/.
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