Durante un esperimento condotto tra l’India e la Francia, un team di ricercatori è riuscito a trasmettere per la prima volta messaggi mentali semplici tra due persone poste a 8.000 chilometri di distanza l’una dall’altra. Lo studio non ha comportato l’utilizzo di interventi chirurgici invasivi, ma lo sfruttamento di tecnologie e percorsi di comunicazione esistenti.
Per l’esperimento, i ricercatori hanno reclutato quattro partecipanti sani, di età compresa tra i 28 e i 50 anni. I soggetti sono poi stati monitorati con un elettroencefalogramma (EEG) collegato a Internet, e una tecnologia robot-assistita di stimolazione magnetica transcranica. Uno dei quattro soggetti, quello in India, è stato assegnato al ramo brain computer interface (BCI), e avrebbe fatto da mittente delle parole grazie agli elettrodi posti in testa, che trasmettevano via internet le sue attività in forma di elettroencefalogramma. Gli altri tre soggetti, in Francia, sono stati assegnati al ramo computer-brain interface (CBI) e avrebbero fatto da riceventi dei messaggi che avrebbero dovuto interpretare.
Un computer convertiva gli impulsi elettrici del soggetto mittente in un codice binario, prima di inviarli a un altro computer che li trasmettesse ai riceventi, in Francia, sotto forma di fosfeni, ovvero flash luminosi. I destinatari nonostante non potessero né sentire né vedere le parole, sono stati in grado di interpretare i segnali luminosi e capire i messaggi. Quel che si dice, appunto, trasmettere telepaticamente.
Questa ricerca, secondo gli scienziati, dimostra che la telepatia è in qualche modo possibile, anche se la vera comunicazione tra cervelli non dovrebbe utilizzare altri mezzi che non la mente umana. Ma il fatto che, senza ricorrere all’uso di mezzi invasivi si è riusciti nell’esperimento, lo si può considerare già un bel passo avanti.
Qui i risultati completi dello studio: http://goo.gl/O95zBW
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