La designer e ricercatrice londinese Shamees Aden sta sviluppando un concetto di scarpe da corsa, stampate in 3D fatte di un materiale biologico sintetico, che sarebbero in grado di ripararsi durante la notte. Le “protocellule” stampate in 3d, inoltre, calzerebbero perfettamente il piede dell’utente essendo costituite di un materiale che si adatta come una seconda pelle. Ma c’è di più: queste scarpe reagirebbero alla pressione e ai movimenti differenti del piede (camminata, corsa, salti, ecc.) gonfiandosi quando necessario, in modo da fornire un’imbottitura extra.
L’innovativo progetto è sviluppato in collaborazione con il dott. Martin Hanczyc, professore presso la University of Southern Denmark, istituto specializzato nella tecnologia delle protocellule.

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Ma cosa sono le protocellule?

Sono molecole molto semplici, non vive, che possono essere combinate per creare organismi viventi. Miscelando diversi tipi di queste molecole non-viventi, infatti, gli scienziati stanno tentando di produrre sistemi viventi artificiali che possono essere programmati in base a differenti comportamenti, come risposta alla pressione, alla luce o al calore.
«Le protocellule hanno la capacità di gonfiarsi e sgonfiarsi per rispondere alle diverse pressioni», ha detto Aden alla conferenza Wearable Futures, l’evento londinese incentrato sulle innovazioni nel campo delle tecnologie indossabili.

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Dopo la corsa, le protocellule perderebbero la loro energia. Ma niente paura: le scarpe, a questo punto, dovranno essere poste in un vaso pieno di protocellule liquide, facendo attenzione che abbiano le risorse naturali necessarie per ringiovanirsi, in modo da mantenere gli organismi viventi in buona salute. Il liquido, inoltre, potrebbe essere tinto di qualsiasi colore, volendo ogni volta di un colore diverso, in modo che le scarpe assumano la tonalità desiderata.

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Il progetto di Aden sta riscontrando risultati molto positivi potrebbe diventare realtà entro il 2050.

By Categories: NotiziePublished On: 10 Dicembre, 2014

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