Creato da Dana Zelig, il progetto Tracce esplora il concetto di materiali di uso quotidiano programmabili, ovvero una forma di programmazione fisica dove gli oggetti sono “chiamati ad agire” per ri-formarsi a seguito di una serie di istruzioni specifiche.

La ricerca è presentata in collaborazione con il Dipartimento di master in Industrial Design, con la Bezalel Academy of Arts and Design, di Gerusalemme e con il dott. Ido Bachelet della facoltà Life Sciences and Institute of Nanotechnology and Advanced Materials, dell’Università Bar-Ilan di Israele.

Tracce, Dana Zelig.

Per esplorare questa idea, Dana ha sviluppato 12 oggetti pieghevoli, utilizzando il software personalizzato costruito in Processing e varie tecniche fisiche – stampa, torsione, taglio laser, annodatura e inquadratura. Sia gli strumenti digitali, sia le tecniche fisiche sono state utilizzate in modo sistematico al fine di esplorare le condizioni spaziali, strutturali e geometriche, che permettono la nascita di prototipi.

Per la sua ricerca, Dana ha usato i “Shrinky-Dinks”, termoretraibili fogli di polistirolo precompressi, presenti in genere nei kit di creatività per bambini. Dopo aver creato attraverso Processing, vari pattern in bianco e nero, Dana li ha stampati in nero sui fogli di polistirolo, utilizzando una semplice stampante desktop, e poi ha indotto la piegatura disponendo i fogli sotto una lampadina a infrarossi, a distanza impostata. I fogli stampati, sono stati ripetutamente piegati in pochi secondi per la loro esposizione alla luce, secondo gli schemi dettati dalle linee nere. L’energia dalla luce viene assorbita preferenzialmente dalla linea nera, che funge così da cerniera convertendo la luce effettivamente in calore. Il calore rilassa il polimero direttamente sotto la cerniera in un gradiente attraverso lo spessore del foglio.

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Per l’esperimento sono stati utilizzati fogli di polistirolo di dimensione 8-1/2” x 11”, che sono stati tagliati raggiungendo dimensioni di un biglietto da visita o il formato di una cartolina. Lo spessore ottimale della linea nera, invece, varia tra 0,5 millimetri a 2mm. Una linea sottile di solito non è efficace, mentre una più spessa richiede maggiore tempo sotto la luce causando la bruciatura del polistirolo.

Come strumento di disegno, invece, Dana ha utilizzato Processing lavorando con primitive (linee) e curve più complesse. I pattern creati sono stati poi esportati come grafica vettoriale in Adobe Illustrator, per eliminare eventuali problemi tecnici o errori. Tra le variabili considerate, sono state incluse la dimensione, la posizione, la zona, i simboli, l’orientamento, lo spessore, la guida, la texture, la leggerezza, il tempo, il calore. L’efficacia di questa tavolozza limitata è stata utilizzata per rappresentare la luce e lo spazio, imitare le tre dimensioni e consentire una maggiore attenzione per la forma e la linea.

Traces, Physical programming of freeform folding in soft matter. from dana zelig on Vimeo.

Credits: Dana Zelig, Hadass Jessel and Ido Bachelet
Photos: Daniel Shechter
Video: Editor | Vova Kozorovitsky, Director of Photography | Misha Kaminsky, Music | Ire’ne Schweizer, Piano Solo Vol.1 – 08 Look In

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By Categories: NotiziePublished On: 23 Luglio, 2015

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