Quayola, visual artist di Londra, ha rilasciato l’ultima versione della sua serie “Prigionieri #B04” che vede l’interpretazione dell’opera incompiuta “Prigioni” dell’artista Michelangelo  (1513-1534) e la tecnica dell’artista rinascimentale del “non-finito”.

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Images via http://www.quayola.com/captives-b04/

Per il lavoro, che è stato recentemente esposto al Festival Artefact a STUK, a Lovanio, in Belgio, l’artista utilizza tecniche di fabbricazione digitale e robotica industriale per scolpire figure che emergono da EPS, una base di polistirene. I risultati sono ciò che egli chiama “sculture a grandezza naturale incompiute” di figure classiche di Michelangelo.

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“Prigioni” – Michelangelo 

“Il lavoro esplora la tensione e l’equilibrio tra forma e materia, oggetti artificiali di perfezione e complessità, forme caotiche della natura”, spiega Quayola sul suo sito web. “In questa serie il focus si sposta dalla rappresentazione figurativa pura all’articolazione della materia stessa. Come nell’opera originale ‘Prigioni’ anche in questa realizzazione le figure sono incompiute, documentando così la storia stessa della loro creazione e trasformazione.”

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Captives #B04 from Quayola su Vimeo

Un’altra nuova release dall’artista è l’ultima iterazione di una serie di stampe chiamata “Iconografie #20”, che come “Prigionieri”, rivisita opere classiche, riformattandole ed esplorandole attraverso procedure generative e formulazioni matematiche.

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Rubens – “Caccia alla tigre”

Opere dei pittori rinascimentali e barocchi, raffiguranti scene religiose e della mitologia, sono approfondite e riprese attraverso processi matematici per “proporre versioni alternative dei dipinti reali”, offrendo un diverso punto di vista computazionale.

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Rivisitazione algoritmica di Quayola – “Caccia alla tigre”

Fonte: thecreatorsproject.vice.com/blog

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By Categories: NotiziePublished On: 18 Marzo, 2015

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