Al più grande evento al mondo dedicato ai dispositivi elettronici consumer, il CES di Los Angeles, tra i protagonisti dell’attuale panorama innovativo senza dubbio ci sono loro: i droni.
Come delle vere e proprie star, questi aggeggi volanti negli ultimi mesi sono richiesti da chiunque (professionisti, smanettoni, makers, hobbisti), in ogni campo (dalla medicina all’agricoltura, dal cinema alla ricerca) e per qualsiasi scopo, hobbistico, militare, pubblicitario, politico, mediatico, sociale che esso sia.
Al CES l’interesse per i quadcopter non riguarda solo i prodotti già fatti, ma soprattutto le loro tecniche costruttive. Per tale motivo, nel settore delle stampanti 3D, a conquistare l’attenzione è Voxel8, la prima stampante 3D in grado di stampare un drone completo, pronto a spiccare il volo.
Si, perché utilizzando uno speciale materiale conduttivo (Voxel 8 Silver Link), questa 3D printer si attesta, ad oggi, come l’unica in grado di creare sia l’oggetto che la circuiteria necessaria per poterlo controllare.
Ecco come la Voxel8 ci riesce: innanzitutto crea un substrato in ABS o PLA riservando gli spazi per chip e componenti e, una volta posizionati, passa alla stampa del circuito direttamente sul corpo del drone. Inserendo nell’estrusore della stampante lo speciale inchiostro conduttivo, infatti, la Voxel8 deposita sul quadricottero gli strati del materiale conduttivo disegnando, così, le piste. Successivamente la stampante aggiunge strati di plastica che provvedono all’isolamento. Infine, viene creato il resto del corpo del quadricopter, prima di inserirvi i rotori.
Una tecnica davvero innovativa, resa possibile grazie ad un software sviluppato in collaborazione con Autodesk, Project Wire, che contiene la libreria in 3D dei componenti e gestisce il routing per i collegamenti.
La Voxel8 non è ancora disponibile e costerà circa 9.000$ (compreso nel prezzo il software Autodesk Wire 3D, 4 bobine di PLA e 10 cartucce di inchiostro conduttivo). Il prezzo non sarà di certo accessibile a tutti, ma la vera chiave di volta sta nel materiale conduttivo che, se commercializzato, potrà essere utilizzato anche su normali stampanti 3D con piccoli adattamenti e sostituendo l’ugello di fusione.
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